La Siria? Diventi come il Libano: federale ma non confessionale”...

MARCO TOSATTIROMA


La situazione della Siria, e in modo particolare dei cristiani in quel Paese, dilaniato dalla guerra, è una preoccupazione costante di papa Francesco. Anche ieri ha parlato del Medio Oriente e della Terrasanta, dove “tanti fratelli e sorelle che vivono in una situazione di insicurezza e di violenza che sembra interminabile e non risparmia gli innocenti e i più deboli”. Ha rivolto un appello affinché “lo scontro che semina morte lasci spazio all’incontro e alla riconciliazione che porta vita”, e ha esortato tutti a “fare tutto il possibile per alleviare le gravi necessità delle popolazioni colpite, in particolare quelle siriane, come dei profughi e dei rifugiati sempre più numerosi”.

E’ una situazione drammatica, che è resa ancora più grave dall’imposizione in alcune zone “liberate” della Siria della Shari’a. Riporta AsiaNews che si registrano con crescente frequenza esecuzioni sommarie, condanne per blasfemia e la cacciata di cristiani e sciiti dalle loro abitazioni. “Sono alcuni degli atti compiuti dai tribunali del "Califfato dell'Iraq e del Levante", nome con cui al-Nousra e altre brigate ribelli islamiste hanno rinominato i territori siriani sotto il loro dominio.

In diversi quartieri di Aleppo, nelle città di al-Bab, Idlib e in altri villaggi controllati dai guerriglieri islamisti legati ad al-Qaeda vige già da un anno la sharia. Le corti islamiche hanno un'organizzazione capillare, non sono improvvisate. Le loro sentenze sono quotidiane e colpiscono in modo indiscriminato sunniti, cristiani, alawiti, sciiti e tutti coloro che non si conformano alle regole dell'islam wahabita”.

In questo contesto avevano fatto scalpore alcuni giorni fa le dichiarazioni rilasciate a una televisione italiana da padre Dall’Oglio, il gesuita fondatore del centro di Deir Mar Musa e che ha lasciato la Siria nel 2012 su pressione del governo. Dall’Oglio risponde a quella che definisce “l'onda di critiche anche comprensibili e comunque ovviamente lecite che mi vengono rivolte a causa delle mie esplicite prese di posizione pubbliche”. Lo fa con un articolo molto lungo,  ma di cui è possibile dare conto solo parzialmente in cui ribadisce le sue critiche peraltro note al regime di Bashar al-Assad e propone alcuni punti necessari per risolvere la crisi siriana. “In conclusione se dovessi dire in poche parole quale proposta faccio per uscire dalla violenza direi: 1- Uno sforzo spirituale, in occasione del Ramadan, per impegnarci e chiedere a Dio, Allah, la grazia della riconciliazione tra musulmani sunniti e sciiti: Pace nell'Islam, Pace della Chiesa! 2- Fornire ai partigiani democratici le armi antiaeree e anticarro necessarie per proteggere la popolazione e interrompere il massacro dei rivoluzionari, restituendo alla parola e all'opinione lo spazio centrale nel movimento in corso. 3- Consentire e incoraggiare la formazione di un comando militare rivoluzionario unificato obbediente a un governo provvisorio stabilito nel territorio siriano. Fino alla caduta del Regime a Damasco e il suo ritiro oltre il fiume Oronte sulla costa. 4- Imporre il cessate il fuoco con decisione del Consiglio di Sicurezza, offrendo a Russia e a Iran uno spazio geostrategico nella zona costiera della Siria dove la maggioranza è sciita alawita. Il modello, anche guardando alla questione curda, sarà quello d'una Siria unitaria, federale ma non confessionale come il Libano, e in grado di valorizzare nuovamente il sentimento nazionale autentico d'una larga maggioranza di siriani, su una nuova base costituzionale frutto di un processo negoziale assistito da grandi mediatori internazionali”.

E’ soprattutto il punto 2 che ha fatto e fa problema ai cristiani siriani; anche perché Arabia Saudita e Qatar stanno già fornendo armi, e gli Usa e la Gran Bretagna stanno per farlo. Ma il destinatario è anche se non soprattutto la “legione straniera” fondamentalista che da tutto il mondo sta combattendo in Siria. E la posizione di papa Francesco, e della Chiesa, è diversa: chiedono un cessate il fuco immediato, non forniture di armi...
(La Stampa.it)  VATICAN INSIDER

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