Dal pugilato alle armi: così si spegne la luce dei nostri giovani...

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29 maggio 2013 – Baba Amr, Homs
Il ragazzo nella foto si chiamava Basel Allawz ed era soprannominato il temerario. Era uno sportivo, tre volte campione siriano di pugilato e lavorava come istruttore nel club ginnico della polizia. Quando ha ricevuto l’ordine di unirsi alle milizie governative per entrare nelle città e sparare sui civili Basel ha ascoltato il suo cuore e la sua coscienza e ha disertato. Sapeva che sarebbe stato ucciso per la sua scelta, ma ha deciso che piuttosto che uccidere persone inermi, piuttosto che portare armi, carro armati, cecchini nei centri abitati, avrebbe sacrificato la sua stessa vita; era maggio del 2011.
Basel ha iniziato da allora una vita “clandestina” nascondendosi per non farsi uccidere, ma mettendo al servizio della sua gente le sue competenze. Ha iniziato così ad istruire gli altri giovani disertori che andavano via via formando le fila dell’esercito siriano libero, allo scopo di proteggere i civili dall’incursione dell’esercito regolare.
Per oltre un anno Basel non ha più visto la sua famiglia, non ha più potuto sentire il calore dell’abbraccio materno. Nativo di Baba Amr, uno dei quartieri più martoriati della città di Homs e della Siria intera, ha rinunciato alla sua vita di sfide sul ring e successi per affrontare il combattimento più duro, disumano, ingiusto.
Il giovane campione è tornato dalla famiglia il 29 maggio 2013, avvolto in un sudario impregnato di sangue. Basel è stato ucciso in combattimento mentre si trovava in località Ain Assaheb. Alle medaglie che ha guadagnato sul campo si aggiunge quella del sacrificio. Un altro giovane siriano strappato alla vita, deformato dalla guerra, ucciso dalle armi di quelli che un tempo erano i suoi amici, di quelli che sono i suoi consanguinei…
Come si può accettare tutto questo? Come si può accettare che la luce che brilla negli occhi di questi giovani, la loro voglia di vivere, di assaporare gioie ed emozioni, venga spenta dalle ingiustizie e dalla guerra?
Ora il corpo di Basel è nell’abbraccio freddo della terra; un seme di coraggio e passione che bagnato dall’acqua e benedetto dal tempo diventerà una pianta, la pianta della vita che non c’è più...

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