Siria, Msf nel cuore della guerra "Siamo soli ed è molto difficile"...

Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere - Italia (MSF) è appena tornato dalle zone di guerra nel Nord del paese. Un'emergenza umanitaria di dimensioni apocalittiche. L'estrema violenza del conflitto hanno causato oltre 70mila morti. Grave la mancanza di attori umanitari sul terreno capaci di fornire assistenza alle vittime della guerra. Difficile l'accesso alle cure mentre aumentano i rifugiati ..


ROMA - Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere - Italia (MSF) è appena tornato da una delle sue frequenti missioni in Siria dove, da più di due anni, la popolazione sta vivendo un'emergenza umanitaria di dimensioni che non si stenta a definire apocalittiche. Il suo racconto ha tracciato un quadro davvero impressionante della situazione, dal momento che l'estrema violenza del conflitto e l'insicurezza hanno causato oltre 70mila morti (stando ai dati delle Nazioni Unite). Oltre a questo - ha sottolineato De Filippi - va anche registrata una grave mancanza di attori umanitari sul terreno capaci di fornire assistenza alle vittime della guerra. I bisogni sono dunque immensi e gli aiuti sono drammaticamente insufficienti per dare risposte adeguate. L'accesso alle cure mediche alla popolazione è difficile, sia all'interno della Siria che nei paesi vicini, dove aumentano i rifugiati. 

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Lo scenario di guerra e gli "attori" in campo.
 Le équipe di Medici Senza Frontiere sono le uniche che, al momento, operano nel Nord del paese, controllato dalle truppe dei cosiddetti "ribelli". Truppe armate composte, di sicuro, da cittadini siriani che lottano strenuamente per abbattere il ferreo regime di Bashar Al-Assad, ma alle quali si sono affiancate presenze di altri paesi stranieri che hanno trasformato la Siria in un "teatro" dove si affrontano "attori" regionali (sorvegliati a distanza da "attori" internazioneli) alcuni dei quali a sostegno dei "ribelli", come la Turchia, il Qatar, l'Arabia Saudita, e altri di supporto alle truppe del governo di Damasco, come l'Iran e i militanti libanesi (e non) di Hezbollah. Sullo sfondo (ma neanche tanto) superpotenze come Russia e Cina e, dall'altra parte, Stati Uniti e Israele.   

Il racconto di De Filippi. "L'accesso alle cure è estremamente limitato - ha detto il presidente di MSF Italia -  non solo per i feriti, ma anche per i pazienti con malattie croniche, per le donne in gravidanza, per i bambini che necessitano di vaccinazioni. La situazione è peggiorata dall'ultima volta che sono stato nella zona di Idlib, pochi mesi fa. Ho visto con i miei occhi che mancano acqua potabile, cibo e altri beni essenziali. Per rispondere ai bisogni, nonostante l'enorme sfida che rappresenta lavorare in Siria ha aggiunto - siamo operativi con 5 ospedali e stiamo incrementando le nostre attività attraverso cliniche mobili. Ma questo non è sufficiente. Anche perché siamo soli: nelle zone in cui sono stato, non ci sono altre organizzazioni umanitarie". 

La grande difficoltà per lavorare. Indipendentemente dal progresso o meno delle iniziative diplomatiche in corso, la situazione sul campo è drammatica: ogni giorno sempre più persone hanno bisogno di cure mediche e assistenza umanitaria. MSF ribadisce la sua richiesta a tutte le parti coinvolte nel conflitto di raggiungere almeno un accordo di base che possa consentire la fornitura di assistenza umanitaria attraverso le linee del fronte e attraverso le frontiere. Il fallimento della risposta umanitaria all'emergenza in Siria è il risultato di vari fattori: soprattutto l'intensità dei combattimenti e bombardamenti che rendono la Siria un paese molto difficile in cui lavorare, ma anche il rifiuto da parte del Governo di Damasco all'assistenza umanitaria nelle aree controllate dall'opposizione, la diffidenza nei confronti degli aiuti attraverso le linee del fronte e la generale paralisi della comunità internazionale a fornire aiuti umanitari ovunque ve ne sia bisogno. A prescindere dalle cause, il risultato è lo stesso: la scarsa assistenza per oltre 4.200.000 siriani all'interno del paese e per oltre 1.500.000 rifugiati nei paesi vicini. 

MSF e i suoi grandi "tesori": l'indipendenza e la creibilità.
 Per garantire l'indipendenza del proprio lavoro in Siria, MSF si finanzia solo attraverso donazioni private. I bisogni della popolazione sono in crescita e sono aumentate di conseguenza anche le spese per sostenere i progetti. MSF - premio Nobel per la pace - chiede agli Italiani di continuare a dare il proprio supporto per poter garantire cure salva-vita alle persone intrappolate nel conflitto. MSF in Siria ha realizzato 2.095 interventi chirurgici, più di 37.400 visite mediche, oltre 8.500 vaccinazioni e ha distribuito 166 tonnellate di materiali medici. L'organizzazione nelle zone di Idlib e Aleppo garantisce anche servizi ostetrici, dove si registrano circa 120 parti al mese e sta aumentando i servizi di salute mentale. Le équipe di MSF garantiscono assistenza medica ai rifugiati siriani in Libano, Giordania, Turchia e Iraq....
(La Repubblica.it)

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