Siria: infuria battaglia, Hezbollah dichiara guerra Incertezze su conferenza pace, Nasrallah sfida Usa e Israele...

         Il capo del movimento sciita libanese, Hassan Nasrallah, durante il discorso davanti a migliaia di sostenitori

   (di Francesco Cerri) 
(ANSAmed) - ISTANBUL - A Qusayr, nel sud della Siria, continua ad infuriare la madre di tutte le battaglie della guerra civile fra forze governative, appoggiate dagli Hezbollah libanesi, e ribelli, in posizione sempre più difficile, mentre il contagio siriano si fa pericoloso per i Paesi vicini. Il capo del movimento sciita libanese Hassan Nasrallah non solo ha difeso l' intervento delle sue milizie a fianco di Assad ma ha promesso la "vittoria" finale nella guerra contro i ribelli.
   "Se la Siria cade in mano ai fanatici religiosi e agli Usa, Israele entrerà in Libano", ha spiegato, osservando come ormai la componente principale dell'opposizione siriana sia in mano agli integralisti. Nel dichiarare un impegno ad oltranza delle sue milizie, Nasrallah ha accusato Stati Uniti e Israele di aver inviato in Siria migliaia di uomini, fomentando il conflitto. E' di oggi una notizia del quotidiano francese 'Le Monde', che stima ad almeno 200 i cittadini francesi impegnati con i guerriglieri anti-regime. A Tripoli, nel nord del Libano, ci sono stati intanto nuovi scontri nella notte fra alawiti, sostenitori di Assad, e sunniti, schierati con i ribelli. I morti in sei giorni sono già 28. Anche in Iraq la violenza fra sunniti e sciiti infiammata dalla guerra civile siriana sta provocando allarme. Il pericolo di contagio non risparmia neanche la Turchia, dopo la strage di Reyhanli l'11 maggio (51 morti). E' a Qusayr che ora si concentrano i combattimenti in Siria. La città, vicina al confine libanese, è uno snodo cruciale fra Damasco, Tripoli e la costa alawita. Le forze governative appoggiate da centinaia di miliziani Hezbollah stanno riconquistandola. I ribelli sono circondati e non riescono a ricevere rinforzi. I combattimenti sono violentissimi. Nasrallah ha detto anche di avere proposto una mediazione, "ma Assad ha accettato e l' opposizione ha detto no".
   Nel frattempo, i 'politici' dei due campi siriani si preparano allo scontro diplomatico della Conferenza convocata da Usa e Russia in giugno a Ginevra per fermare il bagno di sangue. Ieri Damasco ha detto sì in linea di principio alla riunione. Anche l'opposizione, fortemente divisa, si orienta a partecipare. Ma le pressioni Usa perché riesca a darsi leadership e strategia comuni si scontrano con forti resistenze. Riunita a Istanbul da due giorni la Coalizione nazionale siriana - formata prevalentemente da forze islamiche, considerata da diversi paesi occidentali e musulmani rappresentativa dell' opposizione - ha mille difficoltà a decidere una linea verso 'Ginevra 2' ed a aprirsi a altre forze dell'opposizione. Fonti della Coalizione hanno parlato di pressioni divergenti dei paesi musulmani grandi sponsor della ribellione. L'Arabia Saudita con gli Usa preme per aprire al Polo Democratico del liberale Michel Kilo, e rendere cosi più presentabile e rappresentativa la Coalizione a Ginevra. Kilo però chiede un terzo dei delegati. I Fratelli Musulmani, appoggiati dal Qatar, vogliono mantenere il loro predominio. Lo scontro dietro le quinte è un nuovo episodio della lotta di influenza fra Qatar e Arabia Saudita.
   Lunedi l'americano John Kerry e il russo Serguei Lavrov si vedono a Parigi per portare avanti i preparativi di Ginevra. A Bruxelles i 27 devono decidere se mantenere o meno l'embargo sulle armi ai ribelli. Parigi e Londra sono per una revoca, ma appaiono in minoranza. Usa e Russia per ora avrebbero previsto di fare sedere solo la Coalizione a Ginevra di fronte agli uomini di Assad. Una scelta criticata dall'opposizione laica. Per Randa Cassis, presidente del Movimento della Società Pluralista, a Ginevra dovrebbero esserci anche il Pyd curdo e i laici. E sul fragile percorso verso Ginevra pesa anche 'l'incognita jihad'. Al Nusra, affiliato ad Al Qaida, e le altre forze salafite hanno una loro agenda propria, vogliono un califfato. L'anno scorso hanno affossato la tregua Onu accettata da Assad e dall'opposizione. Non sembra ipotizzabile un loro ruolo a Ginevra ed è improbabile che ne rispettino le conclusioni...  

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