Siria, liberi i quattro giornalisti italiani. Ricucci: "Non ci hanno torto un capello"....
Il premier e ministro degli Esteri, Mario Monti, annuncia ufficialmente la liberazione dell'inviato Rai, dei freelance Elio Colavolpe e Andrea Vignali e della giornalista italo-siriana Susan Dabbous. Sarebbero già in Turchia e in serata saranno in Italia. Napolitano: "Sollievo e soddisfazione"
ROMA - Il presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Mario Monti ha annunciato ufficialmente che i quattro giornalisti trattenuti in Siria sono stati liberati. Da fonti giornalistiche locali, sembra che i quattro ora siano in Turchia e, stando a fonti della Farnesina, rientreranno in Italia "in serata", ma l'orario dell'arrivo non è ancora precisato.
''Stiamo bene, stiamo tutti bene. Ci hanno trattato bene e non ci hanno torto nemmeno un capello'' ha detto l'inviato Rai, Amedeo Ricucci, contattato in Turchia dopo la liberazione. ''Eravamo in mano a un gruppo
islamista armato che non fa parte dell'Esercito libero siriano. È stato un malinteso'', ha assicurato, ribadendo che il gruppo sta bene ma ''ovviamente la privazione della libertà è una tortura psicologica''.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha appreso con "sollievo e soddisfazione" la notizia della positiva conclusione della vicenda. L'inviato della Rai, i freelance Elio Colavolpe e Andrea Vignali e la giornalista italo-siriana, Susan Dabbous erano stati fermati il 4 aprile nel nord della Siria, mentre effettuavano delle riprese per un reportage sperimentale dal titolo Silenzio, si muore, da militanti di Jabhat Al Nusra, fazione islamica radicale, considerata dagli analisti una vera e propria rappresentanza di Al Qaeda nel fronte della resistenza anti Assad.
Fonti vicine agli attivisti avevano precisato che i giornalisti italiani non erano stati rapiti, ma trattenuti. Da quel momento è iniziata la trattativa della Farnesina, per la quale la Rai ha tenuto e chiesto il silenzio stampa.
"Desidero ringraziare - ha affermato Monti in una nota - l'Unità di Crisi della Farnesina e tutte le strutture dello Stato che con impegno e professionalità hanno reso possibile l'esito positivo di questa vicenda, complicata dalla particolare pericolosità del contesto".
Monti, che ha seguito il caso sin dall'inizio, ha manifestato anche la sua "gratitudine agli organi di informazione che hanno responsabilmente aderito alla richiesta di attenersi ad una condotta di riserbo, favorendo così la soluzione della vicenda".
"Siamo molto felici per come si sia conclusa la vicenda dei quattro giornalisti fermati in Siria. Ringrazio il Governo italiano e in particolare l'Unità di Crisi della Farnesina per il grandissimo lavoro svolto. Voglio inoltre ringraziare i giornalisti dei telegiornali, delle radio, della carta stampata e del web che hanno accolto e aderito al nostro invito a rispettare il silenzio stampa funzionale alle trattative che hanno portato al rilascio dei nostri colleghi", ha detto il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi.
"Grande soddisfazione e viva commozione" sono state espresse dal presidente dei deputati Pdl, Renato Brunetta, che si è unito a Monti nel ringraziare i media per il rispetto del riserbo.
''Stiamo bene, stiamo tutti bene. Ci hanno trattato bene e non ci hanno torto nemmeno un capello'' ha detto l'inviato Rai, Amedeo Ricucci, contattato in Turchia dopo la liberazione. ''Eravamo in mano a un gruppo
islamista armato che non fa parte dell'Esercito libero siriano. È stato un malinteso'', ha assicurato, ribadendo che il gruppo sta bene ma ''ovviamente la privazione della libertà è una tortura psicologica''.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha appreso con "sollievo e soddisfazione" la notizia della positiva conclusione della vicenda. L'inviato della Rai, i freelance Elio Colavolpe e Andrea Vignali e la giornalista italo-siriana, Susan Dabbous erano stati fermati il 4 aprile nel nord della Siria, mentre effettuavano delle riprese per un reportage sperimentale dal titolo Silenzio, si muore, da militanti di Jabhat Al Nusra, fazione islamica radicale, considerata dagli analisti una vera e propria rappresentanza di Al Qaeda nel fronte della resistenza anti Assad.
Fonti vicine agli attivisti avevano precisato che i giornalisti italiani non erano stati rapiti, ma trattenuti. Da quel momento è iniziata la trattativa della Farnesina, per la quale la Rai ha tenuto e chiesto il silenzio stampa.
"Desidero ringraziare - ha affermato Monti in una nota - l'Unità di Crisi della Farnesina e tutte le strutture dello Stato che con impegno e professionalità hanno reso possibile l'esito positivo di questa vicenda, complicata dalla particolare pericolosità del contesto".
Monti, che ha seguito il caso sin dall'inizio, ha manifestato anche la sua "gratitudine agli organi di informazione che hanno responsabilmente aderito alla richiesta di attenersi ad una condotta di riserbo, favorendo così la soluzione della vicenda".
"Siamo molto felici per come si sia conclusa la vicenda dei quattro giornalisti fermati in Siria. Ringrazio il Governo italiano e in particolare l'Unità di Crisi della Farnesina per il grandissimo lavoro svolto. Voglio inoltre ringraziare i giornalisti dei telegiornali, delle radio, della carta stampata e del web che hanno accolto e aderito al nostro invito a rispettare il silenzio stampa funzionale alle trattative che hanno portato al rilascio dei nostri colleghi", ha detto il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi.
"Grande soddisfazione e viva commozione" sono state espresse dal presidente dei deputati Pdl, Renato Brunetta, che si è unito a Monti nel ringraziare i media per il rispetto del riserbo.
Commenti