Siria, oltre 60 morti a Damasco Colpite basi Hezbollah in Libano...
È salito ad oltre 60 morti e 200 feriti il bilancio di una serie di attentati che hanno colpito in Siria la capitale Damasco. Quattro le bombe fatte esplodere a catena, due contro la sede del partito del presidente Bashar al Assad e l'ambasciata russa. Il regime ha parlato di un atto terroristico, ma anche l'opposizione l'ha condannato definendolo «atto criminale contro i civili». E l'Esercito siriano libero annuncia di aver colpito un obiettivo di Hezbollah in Libano...
È di almeno 60 morti e oltre 200 feriti il bilancio ufficiale dell'esplosione di un'autobomba nel quartiere al-Mazraa di Damasco, di fronte alla sede del partito al potere in Siria, il Baath. Lo riporta la tv di stato, mentre in precedenza il sito di notizie dell'opposizione 'Sana Revolution' parlava di almeno 40 morti.
L'esplosione ad opera di un'autobomba si è verificata poco prima di mezzogiorno sulla centralissima via al-Thawra. Nell'incendio provocato dalla detonazione sono bruciate più di 14 vetture che si trovavano sul posto. Testimoni sul posto hanno riferito che l'esplosione ha coinvolto alcuni studenti della vicina scuola Abdallah ben Zubeir.
Poco prima dello scoppio, un'altra esplosione si è verificata nello stesso quartiere non lontano dalla sede centrale del partito Baath, al governo in Siria. "Seriamente danneggiato dall'esplosione anche l'edificio dell'ambasciata russa. Lo hanno riferito fonti della stessa ambasciata all'agenzia russa ItarTass.
Altre esplosioni si sono verificate nel quartiere di Barzeh, cui sono seguiti cannoneggiamenti e colpi di mortaio sulle abitazioni civili, ma anche a Baramkeh e al-Adawi. Stando invece al sito di 'Sky News Arabic', un'altra esplosione ha colpito la sede dei servizi segreti nel quartiere di al-Qabun provocando un numero ancora imprecisato di vittime.
Testimoni citati da 'Sana Revolution' sospettano che dietro gli attentati ci sia la mano del regime. In base al loro racconto, che non puo' essere verificato, ambulanze erano già appostate nei vicoli limitrofi a via al-Thawra prima dell'incidente e la tv ufficiale è arrivata sul posto pochi minuti dopo. Sulla stessa linea il Consiglio militare rivoluzionario dei ribelli dell'Esercito libero che in una nota ha messo in evidenza come tempi e luoghi delle deflagrazioni siano sospetti, affermando anche di essere "in possesso di informazioni" secondo cui "il regime ha intenzione di colpire istituzioni religiose e chiese allo scopo di far precipitare il Paese nel conflitto confessionale, come è accaduto in Iraq e Libano". Secondo l'agenzia ufficiale Sana, l'esplosione nel quartiere Mazraa è opera dei "terroristi".
Questi episodi a catena seguono l'abbattimento di un caccia dell'aviazione siriana nel Rif di Damasco, avvenuto ieri, mentre nella notte si sono verificati scontri tra regime e rivoluzionari nel quartiere centrale di Salihiyeh. Stamani le forze di sicurezza hanno fatto irruzione in varie zone della capitale, tra cui il quartiere al-Shaghour, arrestando diverse persone.
Intanto l'inviato internazionale delle Nazioni Unite e della Lega Araba per la pace in Siria Lakhdar Brahimi ha accettato di estendere la sua missione di almeno sei mesi. Lo hanno riferito fonti diplomatiche, ricordando che il suo primo incarico semestrale, in sostituzione di Kofi Annan, termina a febbraio. "Brahimi ha accettato una proroga di sei mesi'' del suo mandato, ha detto un diplomatico a condizione di anonimato, affermando che l'ex ministro degli Esteri algerino ha ''chiaramente la sensazione che la sua missione non e' conclusa''.
E l'Esercito siriano libero ha annunciato di aver colpito un obiettivo di Hezbollah in Libano, mettendo in guardia da un
ulteriore escalation delle violenze. In una nota, il portavoce di Esl Louay Almokdad ha spiegato che i ribelli hanno lanciato un attacco con razzi contro un sospetto arsenale di Hezbollah "in territorio libanese".
Nella nota si ribadisce quindi l'appello ai libanesi che vivono nella citta' di Hermel, vicino al confine siriano, a "stare lontani dalle batterie di missili di Hezbollah e dai suoi avamposti militari". L'attacco arriva dopo che nei
giorni scorsi l'Esl aveva lanciato un ultimatum al Partito di Dio, minacciando "rappresaglie in territorio libanese" se non fossero cessate le operazioni militari dei suoi miliziani in Siria, che l'opposizione accusa di combattere al fianco delle forze del regime di Damasco. In precedenza lo stesso Almokdad aveva denunciato un'''invasione di terra'' da parte di
Hezbollah, sostenendo che in Siria sarebbero arrivati mille miliziani del gruppo.
(GRRNews)
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