Siria, le opposizioni aprono al regime....
Roma, 5 febbraio 2013, Nena News - A sorpresa le opposizioni siriane aprono al presidente Bashar al-Assad: dalla Coalizione Nazionale giunge la proposta di una exit strategy dalla guerra civile, lunga ormai quasi due anni e che ha provocato 60mila morti e quasi un milione di rifugiati.
Un accordo a delle condizioni, quello avanzato da Ahmed Moaz al-Khatib, leader del fronte delle opposizioni siriane, tra cui il rilascio dei 160mila detenuti politici, arrestati dal regime dal marzo 2011 ad oggi. Al-Khatib ha detto ieri alla tv Al Arabiya di essere pronto ad incontrare il vicepresidente Farouk al-Shara.
Offerta a cui per ora Damasco non risponde: la stampa vicina al presidente la giudica una mossa tardiva, una manovra meramente politica che arriva con due anni di ritardo. "La dichiarazione di al-Khatib arriva due anni dopo. In questo periodo giovani sono morti, sono stati feriti o esiliati, abbiamo perso infrastrutture e posizioni militari", commenta oggi un'editoriale del giornale Al-Watan.
Accoglie invece con favore la proposta di dialogo l'amministrazione statunitense. "Se il regime siriano è interessato alla pace - ha detto la portavoce del Dipartimento di Stato, Victoria Nuland - dovrebbe fermarsi e parlare con la Coalizione. Sosterremo al-Khatib".
Lo scorso mese, in un discorso al Paese, il presidente Assad si era detto pronto a dialogare con le opposizioni, ma solo con quei gruppi che non avevano tradito la Siria e non erano diventati marionette nelle mani dei poteri occidentali. "Non accetteremo i diktat dell'Occidente", aveva detto Assad, tagliando fuori dall'eventuale tavolo dei negoziati quasi tutto lo spettro delle opposizioni.
All'interno della Coalizione non tutti appaiono d'accordo con la mossa del loro leader, che ha giustificato l'appello a Damasco come necessario a fermare il bagno di sangue. Le violenze, infatti, proseguono: questa mattina sono scoppiati duri scontri ad Aleppo tra esercito governativo e ribelli, mentre alla periferia della città le truppe hanno colpito le città ribelli di Al-Bab e Sfeira, secondo quanto riportato dall'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani. Nena News
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