Siria...Msf...le ondate dei feriti...


Nel Nord della Siria, ad una distanza dal confine turco che permetta evacuazioni veloci, arrivano testimonianze dallo staff internazionaledi Medici Senza Frontiere  (MSF). "Il fronte della guerra è tra Idlib e Aleppo. Ed è da quella parte che arrivano le ondate di feriti civili, vittime dei bombardamenti quotidiani. Le ferite di bombe, missili, mortai hanno effetti devastanti"
di CARLO CIAVONI




ROMA - Da una postazione segreta, nel Nord della Siria, ad una distanza dal confine turco che permetta evacuazioni veloci, arrivano brevi e drammatici appunti dallo staff internazionale che si trova a lavorare nel presidio sanitario di Medici Senza Frontiere  (MSF). "Qui da noi la situazione è tranquilla, ma evidentemente non intorno a noi. Il fronte della guerra è tra Idlib e Aleppo. Ed è da quella parte che arrivano le ondate di feriti, per la stragrande maggioranza civili, vittime dei bombardamenti aerei o delle artiglierie che ogni giorno si verificano, sistematicamente. Le ferite provocate da frammenti di bomba, missili, mortai sono davvero impressionanti, per l'effetto devastante che possono provocare". I feriti piombano tutti nello stesso momento, nell'ora successiva al bombardamento o all'attacco degli artiglieri e creano un lavoro nello staff medico, che va avanti per ore ed ore. Poi tutto tace, torna il silenzio, rotto soltanto da normali emergenze, non legate direttamente alla guerra, come incidenti stradali, oppure dalle ustioni che la gente si procura in casa per l'uso di stufe e lampade a benzina.

Il lavoro di MSF. Medici Senza Frontiere, in questa guerra che finora si stima per difetto che abbia provocato 45.000 vittime, opera attualmente in tre ospedali da campo nel nord della Siria. Dal mese di giugno, 10.000 pazienti hanno ricevuto cure mediche, inclusi feriti da arma da fuoco, da schegge, o per fratture aperte e lesioni causate da esplosioni. Sono stati effettuati oltre 900 interventi chirurgici. I ricoveri sono irregolari, e dipendono dallo spostamento della linea del fronte e dalla possibilità o meno di trasportare i feriti. MSF sta inoltre svolgendo dei corsi di formazione sulla gestione degli incidenti di massa, triage e cure d'emergenza per il personale sanitario siriano che ha bisogno di un sostegno nella gestione dei feriti di guerra.

I rifugiati e il loro lento censimento. Così, mentre continuano i bombardamenti dell'esercito nelle località di Duma e Harasta, dove sono stati colpiti anche i quartieri meridionali di Damasco e dove secondo le Ong almeno 104 persone, fra cui 35 civili, hanno perso la vita, le stime ufficiali parlano di oltre 500.000 cittadini siriani sono registrati o in attesa di registrazione come rifugiati nei Paesi vicini. Sebbene il numero effettivo potrebbe essere molto più alto. Dunque, la "macchina umaniraria" nel suo comlesso - certo, nelle oggettive e innegabili difficoltà - non è riuscita finora a svolgere adeguatamente il suo compito. Il censimento delle persone che fuggono, ad esempio, avviene con estrema lentezza perché non sono stati impiegati mezzi sufficienti per il monitoraggio, né sono state finora adeguate le risposte alle esigenze abitative degli sfollati, così come per quelle di prima necessità e per l'accesso alle cure sanitarie.

L'aiuto dei paesi vicini. Nonostante un migliore accesso ed una maggiore sicurezza in Libano e in Iraq, l'assistenza umanitaria ai profughi rimane al di sotto delle reali esigenze. Tuttavia, risulta che MSF sta effettuando visite mediche e distribuzioni di generi di prima necessità, sia in Libano che in Iraq, tra gli sfollati.

Libano. Le famiglie che arrivano in Libano stanno trovando rifugio in qualsiasi edificio disponibile. La popolazione locale sta fornendo un sostegno, ma le loro risorse sono al limite poiché la crisi persiste e il numero di rifugiati continua ad aumentare.

Iraq. Nel campo profughi di Domeez, in Iraq, i servizi idrici e igienico-sanitari sono tuttora a dir poco scadenti. Le difficili condizioni di vita dei rifugiati sono aggravate dall'arrivo dell'inverno e dalle temperature sotto lo zero.

Giordania. MSF qui fa visite regolari nei campi dei profughi per identificare i pazienti che necessitano di cure chirurgiche. I pazienti siriani possono recarsi o vengono portati all'ospedale di Amman, dove possono sottoporsi ad interventi chirurgici ortopedici, fisioterapia, sostegno psicosociale o post-operatorio. L'organizzazione Premio Nobel per la Pace sta inoltre eseguendo visite mediche ai rifugiati siriani nell'ospedale di Amman.

Altra strage davanti al panificio. Intanto, è di qualche ora fa la notizia di due intere famiglie sterminate a Sud-Ovest di Damasco durante un bombardamento aereo dell'aviazione nazionale, mentre si trovavano nei pressi di una panetteria. Lo riferiscono testimoni oculari, citati dal Comitato di coordinamento di Muaddamiya, sobborgo della capitale. Non viene precisato il numero esatto delle vittime, ma pare certo che le due famiglie si trovassero sotto le macerie di una palazzina, colpita da barili-bomba sganciati da aerei militari. Gli attivisti anti Bashar al-Assad, si apprende, hanno pubblicato in rete un video amatoriale che riprende parte del bombardamento. Va tuttavia precisato che, sia il filmato che le informazioni non possono essere verificate in modo indipendente.

L'attacco all'aeroporto militare. La minaccia principale per la popolazione civile, oltre che per le formazioni armate anti Bashar al-Assad, è rappresentata dalla forza aerea del governo, che sferra massicci e micidiali bombardamenti quotidiani nelle aree controllate dai ribelli siriani, che puntualmente provocano numerosissime vittime tra donne, bambini, anziani estranei alla guerra. Questa certezza ha così indotto il fronte antagonista al governo di Damasco - un fronte eterogeneo, formato da presenze laiche, ma anche di formazioni islamiche di mista provenienza - a sferrare un attacco con mitragliatrici e mortai contro elicotteri a terra in una base aerea militare vicino Taftanaz Afis, a Nord del Paese, nei pressi dell'autostrada principale che collega Aleppo a Damasco. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, l'operazione militare sarebbe stata organizzata da formazioni legate ad Al Qaeda e alla brigata Ahrar al-Sham, oltre che ad altre unità operanti nella provincia nord-occidentale siriana. Il direttore dell'Osservatorio, Rami Abdelrahman, ha detto che l'attacco è l'ultimo di diversi tentativi di neutralizzare la base.

Intanto, la Protezione Civile italiana... Si è conclusa la missione in Turchia del team formato da funzionari del Dipartimento della Protezione Civile e del Ministero degli Esteri per assistere le autorità locali nel passaggio di consegne della struttura sanitaria campale, donata dall'Italia ad alcune organizzazioni non governative locali che forniscono la prima assistenza sanitaria a profughi e sfollati siriani. La struttura sanitaria - formata da un Posto Medico Avanzato (Pma) composto da due tende fruibili come sala di attesa, ambulatorio medico-cardiologico e chirurgico traumatologico, da un carrello per il trasporto del Pma e da un container completo di apparecchiature medicali e attrezzature - verrà gestita e usata da personale medico e paramedico delle Ong locali a beneficio della popolazione civile siriana nei territori al confine con la Turchia.

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