I bambini di Atma vogliono vivere....
Atmeh è un
piccolo villaggio arroccato su una collina nei pressi del confine con la
Turchia. Si trova in una regione di transito lungo quelle vie della speranza
che portano i civili siriani vero la pace. Purtroppo non è facile entrare in
Turchia. All’inizio si passava facimente ma da quando i rifugiati sono
diventati centinaia di migliaia le frontiere sono state chiuse. Donne, uomini e
soprattutto bambinivengono ospitati in campi di fortuna che nascono e crescono da soli
per accogliere chi è in attesa e spera che prima o poi anche per lui si aprano
le porte della libertà.
Dal villaggi di Atma si vede una valle e una piccola
collina ricoperta di tende nelle quali 14.000 persone hanno cercato riparo. Il
campo di Atma è un campo anomalo non è una struttura organizzata ma una
comunità fatta di gente arrivata uno alla volta, gruppi di famiglie che cercano tra chi vive la stessa tragedia un po’ di solidarietà. Si
lavora e si vive insieme, si cerca di sopperire agli enormi disagi che una vita
all’aperto nei mesi invernali puo’ portare.
Non c’è praticamente nulla, una cucina che non riesce a preparare pasti
a sufficienza, una piccola tenda usata come infermeria, niente servizi igenici,
niente acqua corrente. Si vive con una ciotola in mano sperando che qualcuno
porti qualche cosa da mangiare e una tanica per l’acqua, anche questa razionata
che serve per fare il bucato, cuinare e lavarsi. La vita ferve nel campo e con
grande forza e coraggio si cerca di ridare un minimo di dignità a queste vite
rubate. Atma è sicuramente un campo atipico in cui la gente non si rassegna in
cui si percepisce la voglia di vivere, nel quale non ci si vuole essere
chiamati "rifugiati", nel quale la guerra non vincerà ma la gente continua a lottare per
imporre le regole di una vita normale. Le donne fanno il pane, gli uomini cercano
di costruire una cucina, i bambini giocano... la gente qui vuole vivere.
I bambini sono
ovunque, grandi piccoli di tute le età... i loro piedi scalzi nel fango,
vestiti molto piu’ grandi della loro taglia, le loro mani sporche, ma sempre
con un sorriso. Non sono nati qui, molti non hanno piu’ una casa in cui
tornare, piangono per il freddo, molti non hanno nemmeno piu’ i genitori e sono
arrivati su camion insieme ad un parente o ad un vicino ma sono vivi e cercano
nella forza degli altri la voglia di andare avanti. Giocano a pallone come
tutti i bambini del mondo, sognano i loro giochi e la loro casa, sognano la
scuola e un pasto caldo, con i loro sorrisi ti trasmettono la voglia di vivere
e il loro coraggio.
Il freddo fa da
padrone in questo periodo, le piogge trasformano la terra in pozzanghere e
fango. Il fango invade le tende e il pavimento si trasforma in poltiglia che
sporca le poche cose che sono riusciti a prtare conn se. Una stuoia è tutto
quello che hanno insieme all’indispensabile ciotola per il cibo e la bacinella
per il bucato.
La notte si
accendono i fuochi per riscaldarsi e la collina del campo degli olivi cambia aspetto.
Diventa un posto magico. I colori delle tende illuminate dalle lanterne, il
cielo immenso e le ombre dei suoi abitanti che si riflettono su quei teli
diventati rossastri con le piogge. Le tende bianche sono quelle dei nuovi
arrivati... Scende il silenzio la notte è interrotta solo dal pianto dei bambini
che non riescono a dormire per il freddo o per gli incubi. I ricordi della loro
vita nelle loro case, gli orrori visti nelle loro città, la fame e la paura si
sono impossessati delle loro menti ma non dei loro cuori.
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