Sei palestinesi uccisi nei Territori occupati. Quasi 20mila manifestanti nella Gaza strangolata.
-Netanyahu vola, a sorpresa, in Oman col capo del Mossad. Il dopo Khashoggi con Riyadh

di Ennio Remondino



Sei palestinesi uccisi e Netanyahu in Oman

+6 = 217 morti, per ora


‘Sei palestinesi uccisi nei Territorio occupati’. La notizia sembra una esclusiva del Manifesto, quasi introvabile su altri organi di informazione: «È di cinque uccisi e oltre 200 feriti il bilancio delle vittime del fuoco israeliano lungo le linee di demarcazione tra Gaza e Israele», scrive Chiara Crociati. Il sesto morto palestinese, in Cisgiordania. Ma la battaglia è ancora a Gaza. «La Marcia del Ritorno, iniziata il 30 marzo scorso, non accenna a fermarsi, spinta dalle condizioni ogni giorno più invivibili in cui versa la Striscia». Seguono i nomi delle vittime, troppi ormai per conservarne memoria, e sopratutto l’età, dai 20 ai 27 anni, e questa volta mancano gli adolescenti. Il bilancio degli uccisi negli ultimi sette mesi sale così a 217, e 22.897 i feriti secondo l’Onu.


Razzi Hamas e raid Israele
Nel villaggio di al al-Mazra’a al-Gharbiyya, Cisgiordania, altra protesta contro uno dei tanti muri che frammentano i territori palestinesi occupati, l’esercito reprime e spara: otto feriti e un ucciso. Nella notte, razzi da Gaza, l’aviazione israeliana colpisce 80 obiettivi e accusa l’Iran. Raid più massicci da due mesi a questa parte sulla Striscia di Gaza, con i bagliori delle esplosioni che hanno illuminato il cielo di Gaza fino all’alba. I raid massicci arrivano dopo che il ministro della difesa Avigdor Lieberman aveva minacciato l’attacco di terra. Lierberman sarebbe intenzionato anche a sostituire il capo di Stato maggiore delle forze armate, Gadi Eisenkot, dai lui giudicato troppo “morbido”.


Messaggi orientali
Questione palestinese incancrenita e in uno stillicidio di violenze quasi scontate e ormai privata anche della indignazione. La ‘normalità’ di casa, con la sorpresa del premier israeliano Netanyahu in trasferta in Oman, Paese arabo con cui ufficialmente Israele non ha rapporti. Più curioso ancora, che il capo del governo israeliano fosse accompagnato dal capo del Mossad Cohen. Esibizione voluta di buoni rapporti che intercorrono tra lo Stato ebraico e i paesi del Golfo. Col sospetto, da parte di molti analisti internazionali, che la scelta di Tel Aviv sia anche un sostegno triangolato verso Riyadh sul caso Khashoggi, con messaggio diretto oltre oceano.


Oman, rotto un tabù
Summit con il Sultano Qabus. La visita doveva essere segreta ma poi è trapelata sui social con le foto del primo ministro, assieme alla moglie Sarah, che ha incontrato il Sultano Qabus bin Said Al Said in un clima molto amichevole. Le relazioni fra i due Paesi non sono mai giunte al riconoscimento dello Stato ebraico. L’Oman fa parte del Consiglio di cooperazione del Golfo ma mantiene rapporti cordiali con l’Iran e ha mediato fra Arabia Saudita e Repubblica islamica per un cessate il fuoco nello Yemen. Per gli analisti israeliani considerano la visita di Netanyahu potrebbe essere un tentativo di aprire un canale di dialogo con lo stesso Iran e l’Hezbollah libanese...

(RemoContro)

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