Manushi, la bimba indiana nata a 28 settimane: pesava 400 gr. Oggi ha un anno...
NEW DELHI – Questa è l’incredibile storia della piccola indiana Manushi e che ora si sta diffondendo in tutto il mondo: quando è nata era violacea e pesava soltanto 400 gr, nessuno credeva che sarebbe sopravvissuta, era questione di minuti e sarebbe deceduta. Ma a dispetto di qualsiasi cupa previsione, la bimba ora ha più di un anno.
Il 15 giugno 2017, la 48enne Seeta era nella 28a settimana di gravidanza: durante un’ecografia i medici avevano rilevato che il flusso sanguigno non raggiungeva la placenta, il che poteva essere fatale. Presero una decisione inaspettata e rischiosa, ricorsero al taglio cesareo.
Quando Manushi è nata, il piedino aveva le dimensioni di una falange delle dita di suo padre Giriraj, pesava solo 400 grammi ed era lunga 21 cm. Affinché un bambino alla nascita sia considerato sano deve pesare almeno 2,5 kg ed essere lungo più o meno 50 cm. Manushi non respirava poiché i polmoni di un neonato solitamente si formano definitivamente nella 34ma settimana di gravidanza ma la famiglia decise di non arrendersi: fu trasferita all’unità di terapia intensiva e sottoposta a respirazione artificiale.
I suoi organi non erano ancora sviluppati e la pelle era delicata come la carta. “Salvare un bambino di queste dimensioni è stata una grande sfida”, ha detto a El País Sunil Janged, direttore del reparto neonatale dell’ospedale dove è nata la bimba e aggiunto che “dopo sette settimane Manushi è riuscita a prendere il latte e ha cominciato a respirare gradualmente da sola. Anche il cervello e gli occhi hanno iniziato a svilupparsi. Durante la permanenza in ospedale le abbiamo fatto parecchie trasfusioni di sangue”.
Ma Manushi è molto più di una bambina, rappresenta tutte le bambine indiane, ha spiegato Janged: “Le abbiamo dato tutto l’aiuto medico di cui aveva bisogno per dimostrare che tutte dovrebbero essere protette” e aggiunto che nello stato del Rajasthan le bambine sono spesso uccise, solo perché di genere femminile, e che la crudele pratica deve essere fermata.
Il caso di Manushi si è diffuso in tutto il mondo ed è sperabile che la sua sopravvivenza contribuirà a migliorare la situazione delle bambine indiane. Mamma Seeta, 48 anni, e papà Giriraj, 50 anni, provengono dal Rajasthan sono sposati da 33 anni: sostengono che la figlia sia un miracolo. “Ha lottato contro tutte le avversità e ce l’ha fatta”...
(blitz quotidiano)
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