Salvate Noura Houssein, la sposa bambina che ha ucciso il suo stupratore...
Noura è stata condannata a morte per aver ucciso il marito che la violentava da giorni. Ha solo 19 anni e il mondo ha lanciato una campagna per salvarla.
Ha 19 anni, Noura Houssein. Un'età in cui si vive di sogni, speranze, aspettative per il futuro. Noura Houssein, giovedì scorso, è stata condannata a morte per impiccagione. Ha ucciso un uomo, Noura, gli ha piantato un coltello nel cuore mentre questi cercava di stuprarla, come ogni notte da sei, lunghissimi giorni. Quest'uomo era suo marito.
Noura aveva solo 13 anni quando i genitori la costrinsero a un matrimonio con un lontano cugino, cui lei si oppose con tutte le sue forze. Ma per sfuggire al suo triste destino Noura era dovuta scappare da una zia, dove ha vissuto nascosta per anni prima che i genitori la ritrovassero e la consegnassero al marito-padrone.
Dopo il matrimonio, per punirla forse per aver pensato di poter essere libera, il marito l'ha ripetutamente violentata, finché Noura non ha scelto di reagire, uccidendolo. Ma ovviamente è incappata nell'assurda giustizia del Sudan, che nella donna vede solo un pezzo di carne da macellare.
A onor del vero, il giudice aveva chiesto alla famiglia dell'uomo ucciso di mostrare clemenza per la ragazza. I segni delle violenze erano chiari e forse anche quest'uomo aveva capito che Noura non aveva avuto scelta. Ma la famiglia non vuole sentire ragioni: questa ragazzina che ha osato ribellarsi al suo stupratore va punita e i familiari hanno fatto sapere che non accetteranno nemmeno del denaro per cambiare idea.
Il mondo, nel mentre, si è mobilitato, a cominciare da Amnesty International ed Equality Now. Su Change.org è stata lanciata una petizione che ha già raccolto diecimila firme.
Noura, intanto, aspetta che il suo destino si compia in carcere. I suoi avvocati hanno già presentato ricorso, ma le speranze si affieviloscono ogni minuto che passa e la vita di una giovane donna sta per essere spezzata per aver pensato di poter essere padrona del proprio corpo e della propria libertà...
(Globalist)
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