Palermo simbolo dell'accoglienza: a 82 bambini stranieri la cittadinanza onoraria...
Sono nati in Italia e frequentano le scuole del capoluogo siciliano. L'iniziativa grazie ad un programma dell'Unicef.
Per il sesto anno consecutivo, Palermo, città dell'accoglienza, conferisce la cittadinanza onoraria ai bambini stranieri nati in Italia e residenti a Palermo. Questo, grazie al programma internazionale dell’Unicef "Città amiche delle bambine e dei bambini". Questa mattina, nell’aula consiliare di palazzo delle Aquile ottantadue bambini provenienti da sedici nazionalità differenti sono stati chiamati all’appello, accompagnati da genitori e fratelli, per ricevere il loro riconoscimento di "cittadini palermitani".
Nove gli istituti scolastici coinvolti, con insegnanti e dirigenti, grazie ai quali il numero degli studenti stranieri premiati negli anni è cresciuto. Il presidente del Consiglio comunale Salvatore Orlando: "Chi nasce a Palermo è un cittadino palermitano senza distinzioni – ha detto – Il nostro è un importante messaggio rivolto al governo perché si facciano finalmente decisivi passi avanti verso le leggi nazionali in fatto di cittadinanza".
Tra i bambini presenti, il piccolo Stefano Claudio, 8 anni, proveniente dalla Romania e alunno dell’istituto Roncalli Ferrara, premiato insieme ai suoi due fratelli. E ancora la 13enne ghanese Miriam Aaron Ach Eampong Adade, accompagnata dal fratello: "Con la mia famiglia attendiamo da anni la cittadinanza italiana, oggi ci sentiamo un po’ più felici perché ci sentiamo accolti nella città in cui siamo nati e cresciuti. Ma c’è un’Italia che deve riconoscerci, soprattutto il diritto alla libertà".
"Siamo la città dell’accoglienza – ha commentato il sindaco Leoluca Orlando - e che fa della mobilità umana la cifra culturale e politica di questa amministrazione e di questa comunità. La straordinaria capacità dei palermitani di saper accogliere è una marcia in più rispetto ad altre realtà del nostro Paese e di altre nazioni. Noi siamo razzisti perché per noi esiste solo una sola razza: quella umana"...
(Globalist)
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