Stop alle bombe sui civili: nelle guerre l'80% delle vittime non sono combattenti...


Una giornata per ricordare le vittime civili della guerra: ma adesso ai buoni propositi seguano i fatti.

                                           Siria, uno dei bambini feriti dall'attacco chimico

Una iniziativa sacrosanta. Che dovrebbe davvero servire a sinsibilizzare: in occasione della prima Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo l'Associazione nazionale vittime civili di guerra onlus ha organizzato a Roma - con il supporto della Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia e il patrocinio del Ministero dell'Istruzione e della Ricerca, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Ministero della Difesa - il convegno "Stop alle bombe sui civili" presso la Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia.
Il convegno ha posto l'accento sulle iniziative internazionali per la protezione delle popolazioni civili, illustrando l'impegno delle istituzioni italiane e il ruolo sempre più attivo dell'associazionismo nel nostro paese. In particolare è stata presentata la campagna "Stop alle bombe sui civili", frutto dell'adesione dell'Anvcg alla rete International Network on Explosive Weapons (Inew). Ad aprire i lavori è stato il vicepresidente vicario dell'Anvcg Michele Vigne.
"Le guerre minacciano ancora la sopravvivenza dell'umanità - ha affermato -. Negli ultimi conflitti, le vittime civili ammontano all'80% dei caduti in generale. L'istituzione, da parte del Governo, della Giornata delle vittime civili di guerra, fortemente voluta dalla nostra associazione, è una grande vittoria per tutti. L'Anvcg sta continuando il suo impegno di ponte tra le generazioni, nonostante l'istinto dell'uomo stia continuando a mietere vittime. Ma le vittime civili di guerre sono tutti coloro che hanno subito gli orrori della guerra passivamente; questa giornata deve essere un ricordo per coloro che, piu' sfortunati, sono mancati. Il nostro impegno deve essere anche per tutti coloro che non dovranno mai soffrire quello che abbiamo sofferto noi ed e' per questo che per la prima Giornata delle vittime civili di guerra, abbiamo deciso di incentrare il focus sui bombardamenti nelle zone densamente popolate". "Questo impegno - ha continuato -, come abbiamo visto con l'impegno di Ican che ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace, può portare a grandi risultati. Per questo motivo abbiamo deciso di entrare nell' International Network on Explosive Weapons (Inew ). Siamo convinti che questi sforzi possono portare ad un mondo migliore, soprattutto per le generazioni che verranno".
A rappresentare la stessa Inew, era presente la coordinatrice Laura Boillot: "La nostra missione è, oltre quella di mettere al bando ogni tipo di arma esplosiva, capire come questi utensili possano provocare così tanti danni. Il dato preoccupante che emerge dai nostri studi, è che il 91% delle vittime di tali armi in aree popolate, sono civili. Queste sono anche una causa dello sfollamento di alcune città o di intere nazioni, che vengono svuotate per paura; il danno, ovviamente, è enorme. Per fronteggiare questi problemi, sono state prese delle contromisure. Diversi Stati, infatti, hanno iniziato a parlare di una dichiarazione unica richiesta dalle Nazioni Unite per fronteggiare tale problematica. Un requisito chiave, però, è che tale dichiarazione contenga anche l'arresto di armi ad ampio raggio, come le bombe inviate da velivoli, in zone ad alta densità popolose. L'intera unità deve essere tutelata".
Lotta alle guerre, in particolar modo al nucleare, portata avanti anche dall'Ican (Premio Nobel per la Pace 2017), rappresentato da Susi Snyder: "E' un onore ed un piacere essere qui. Noi, come Ican, lavoriamo molto per abbattere le sofferenze provocate dalle armi nucleari, che sono state progettate per provocare grandi perdite. Il rischio nucleare sembra molto lontano, ma è più vicino di quanto si pensi. La nostra campagna internazionale ha visto grandi risultati, fino ad ottenere un trattato per la messa al bando del nucleare che ci ha portato al Nobel. La mobilitazione della popolazione verso i nostri progetti ci fa ben sperare per il futuro, ma tutto passa dalla cooperazione con colore che hanno subito questo dramma, in modo tale che dal passato vadano a finire anche nel futuro per prendere atto della memoria. Le armi nucleari hanno un impatto orribile, ma insieme possiamo fermare questo abominio"...

(Globalist)

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