Aamir, Fatimah, Yasmeen e la lotta quotidiana per andare a scuola...
I bambini che vivono in zone di guerra, nei campi profughi o in zone in emergenza affrontano ogni giorno pericoli e minacce per poter continuare a studiare.
Yasmeen ha 9 anni e vive in un centro commerciale abbandonato in Libano dopo essere stata costretta a lasciare la casa in cui abitava con la famiglia in Siria. All’interno della struttura ci sono 140 famiglie, mille persone in tutto, di cui circa 600 bambini. Ogni mattina Yasmeen si alza presto, indossa il grembiule, prende lo zainetto e sale sul pulmino di Coopi che l’accompagna a scuola nel distretto di El Khoura, senza non potrebbe raggiungere la scuola che è molto lontana dal luogo in cui vive. Yasmeen è il volto della campagna “Adotta un guerriero” di Coopi il cui obiettivo è assicurare l’accesso all’istruzione a quei bambini siriani che, a causa della guerra, non sono mai andati a scuola. Il conflitto è iniziato nel 2011 e sono circa oltre 6 milioni i siriani che hanno lasciato il Paese, oltre 1 milione si è rifugiato in Libano dove Coopi realizza azioni di protezione dell’infanzia, supporto scolastico, miglioramento delle condizioni idriche e igieniche per integrare i bambini siriani nel sistema scolastico libanese. Con sms e chiamate solidali al 45541 fino al 28 gennaio è possibile sostenere la campagna di Coopi e aiutare i bambini che ogni giorno affrontano difficoltà, pericoli e minacce per poter continuare a studiare. Tra gli obiettivi c’è anche la realizzazione di interventi di educazione in emergenza in Niger, dove nella regione di Diffa 32 bambini su 100 non vanno a scuola e solo il 35% degli alunni completa il percorso educativo, e in Iraq, dove la presenza di ordigni inesplosi rende difficile spostarsi per andare a scuola. “Siamo consapevoli che offrire educazione in contesti di emergenza equivale a salvare vite – ha detto Ennio Miccoli, direttore di Coopi – Laddove la guerra annienta le comunità facendole vivere nella paura e nella minaccia della violenza, le scuole costruite da Coopi offrono uno spazio sicuro di apprendimento che protegge l’integrità fisica e psicologica dei bambini”.
Aamir vive in Iraq nella regione di Mosul, ha 12 anni e gli piace il calcio. Passa gran parte del tempo a tirare calci al pallone insieme ai suoi fratelli. In realtà gli piace anche andare a scuola. Ma da quando è arrivato l’Is nel 2014, molte infrastrutture nella zona sono state distrutte. Tra queste ci sono anche le scuole. Oggi Aamir fa lezione in un container-scuola realizzato da Coopi ma per arrivarci deve attraversare strade piene di macerie e di mine inesplose, mettendo a rischio la sua vita. Nella regione di Mosul sono 730 mila i bambini tra i 6 e i 17 anni che vivono fuori dai campi profughi. Solo 1 su 3 ha accesso a percorsi educativi con il rischio per chi ne resta fuori di emarginazione sociale, arruolamento in gruppi armati, coinvolgimento nelle reti di criminalità organizzata e per le bambine di violenze sessuali. In Iraq, obiettivo di Coopi è allestire 4 scuole temporanee in cui ci siano anche una cisterna di acqua e un impianto di purificazione per renderla potabile ed evitare il rischio di malattie. Inoltre vuole formare il personale scolastico per assicurare i turni per 1.200 bambini e fornire i “school in a box”, kit con quaderni, penne, matite e gomme.
In seguito all’attacco dei terroristi di Boko Haram, Fatimah è scappata dalla Nigeria con la famiglia e si è rifugiata in Niger, nella regione di Diffa. Adesso vive in un campo profughi informale, fatto di tende improvvisate di stracci e pezzi di legno e frequenta la scuola allestita da Coopi. Il suo sogno è diventare insegnante per aiutare gli altri bambini a imparare a leggere e scrivere. Nel 2016, a causa della forte insicurezza, 151 scuole situazione lungo la frontiera tra il Niger e la Nigeria sono state chiuse e le opportunità di accesso all’istruzione si sono drasticamente ridotte. Obiettivo di Coopi in Niger è avviare 50 classi di emergenza nei tendoni dotati di stuoie a terra, con una cattedra per l’insegnante e una lavagna. Ogni classe ospiterà 60 bambini divisi su 2 turni. Questo permetterà a 3 mila bambini (di cui poco più della metà sono femmine) di frequentare la scuola e ricevere i libri di matematica e francese. La ong si occuperà anche della formazione di 192 insegnanti operativi in 32 scuole, per garantire un’istruzione di qualità a 14.700 bambini. (lp)
(Globalist)
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