Medioriente, Trump sempre più solo. All'Onu anche l'Italia gli vota contro...




Cinque Paesi votano contro la decisione del presidente Usa di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele. Lascia la Casa Bianca il vice consigliere Dina Powell, esperta proprio di politica mediorientale



Dopo aver acceso la miccia, adesso Donald Trump chiede 'calma e moderazione' in Medio Oriente. "Il presidente - ha detto una portavoce della Casa Bianca - spera che le voci della speranza prevalgano su coloro che diffondono l'odio". Ma intanto un'altra pedina importante lo abbandona. Si tratta della vice consigliere per la sicurezza nazionale, Dina Powell, esperta proprio di politica mediorientale lascerà l'amministrazione all'inizio del prossimo anno: lo ha reso noto la Casa Bianca, appena due giorni dopo la controversa decisione di Trump di spostare l'ambasciata degli Stati Uniti in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme. La portavoce Sarah Huckabee Sanders ha insistito sul fatto che Powell aveva comunque programmato di lasciare il suo incarico per tornare a occuparsi della famiglia a New York. Ma i tempi della sua uscita sollevano interrogativi sempre più preoccupanti. 
Nel frattempo alle Nazioni Unite a New York gli ambasciatori Onu di cinque Paesi europei (Italia, con l’ambasciatore Sebastiano Cardi, Francia, Gran Bretagna, Germania e Svezia ) hanno letto una dichiarazione comune al Palazzo di Vetro dicendosi in «disaccordo» con la decisione di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele e di prepararsi a trasferire l'ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme. La decisione «non è in linea con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e non è di aiuto alla prospettiva per la pace nella regione» hanno avvertito i cinque ambasciatori: «Lo status di Gerusalemme deve essere determinato attraverso negoziati tra israeliani e palestinesi».
Per i 5 paesi Ue «Gerusalemme dovrebbe essere la capitale dei due stati, e fino ad allora non riconosceremo alcuna sovranità». «Data la situazione instabile sul terreno, facciamo appello a tutte le parti e gli attori nella regione a lavorare insieme per mantenere la calma», hanno aggiunto. «Siamo pronti a contribuire a sforzi credibili per riavviare il processo di pace sulla base di parametri concordati a livello internazionale e incoraggiano l'amministrazione Usa a presentare proposte dettagliate», si legge ancora nella dichiarazione comune...

(Globalist)

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