Antartide, la tragedia della marcia dei pinguini: vivi solo due cuccioli...






La marcia dei pinguini di quest’anno è stata molto più crudele e drammatica di quella che milioni di bambini hanno visto nel già angosciante documentario del 2005 di Luc Jacquet. Alla fine del lungo percorso sui ghiacci dell’Antartide per trovare cibo, solo due pulcini sono riusciti a sopravvivere in una colonia di 36 mila pinguini. I ricercatori del Wwf che hanno osservato i loro spostamenti attribuiscono la strage al fatto che la fine della stagione invernale ha prodotto negli ultimi mesi una quantità di ghiaccio molto superiore alla media, allungando il percorso che questi uccelli marciatori sono costretti a fare dopo la nascita dei loro piccoli. I pulcini non hanno resistito al freddo e alla fame e sono diventati facili bersagli dei predatori.  


Il film di Jacquet, che vinse l’Oscar, raccontava la lunga e difficile marcia dei pinguini imperatore, mentre la strage documentata dal Wwf ha riguardato una colonia di pinguini di Adelia. Sono alti circa 60 centimetri, la metà degli imperatore, e sono i più diffusi in tutta l’Antartide. Ma i comportamenti sociali dei due gruppi sono quasi gli stessi. Nella stagione riproduttiva, i pinguini si allontanano dalla costa verso l’interno, dove le femmine depongono una o due uova. All’inizio è il maschio a covarle, mentre la femmina affronta un lungo viaggio per raggiungere il mare, sfamarsi e procurare cibo. Maschio e femmina si alternano poi nel viaggio e nella covata, e quando i pulcini hanno 2-3 settimane li abbandonano in «asili» collettivi nei quali si raggruppano tutti i nuovi nati della stagione.  


Dopo la prima muta, all’inizio dell’estate australe, comincia la lunga marcia degli adulti e dei piccoli verso il mare, unica fonte di cibo per le specie dell’Antartide. Il percorso è diventato però quest’anno molto più lungo a causa del nuovo ghiaccio che si è formato e la colonia, stremata dal freddo e dalla fame, è stata decimata prima ancora di raggiungere l’acqua, dove era comunque attesa da altri pericoli: le foche leopardo aspettano infatti ogni anno l’arrivo dei pinguini per farne strage. Anche se i documentari e i film della Disney ci hanno abituati a pensare ai pinguini come a simpatici animali sociali, la loro specie è una delle più egoiste del regno animale. Sapendo che in mare li attendono le foche, alcuni fanno finta di saltare in acqua per indurre altri pinguini a farlo prima di loro, o addirittura si spingono l’un l’altro nel precipizio di ghiaccio per verificare, grazie al sacrificio del vicino, la presenza di predatori.  

Rod Downie, responsabile delle attività polari del Wwf, ha definito «devastante» la strage dei pulcini avvenuta in questa stagione, in una colonia che già quattro anni fa aveva subito una pesante decimazione. E questo mentre all’orizzonte si profilano altre minacce: «Si parla – ha detto al Daily Telegraph – di autorizzare l’apertura di alcuni impianti per la raccolta del krill, lo zooplancton di piccoli crostacei che è alla base del nutrimento dei pinguini. Una scelta del genere è impensabile dopo due fallimenti riproduttivi in soli quattro anni». Il Wwf ha così auspicato la convocazione di una conferenza della Commissione per la salvaguardia delle risorse dell’Antartide, composta da 25 Stati e dall’Unione Europea, per dichiarare l’intera zona un parco naturale e proteggere le acque che lambiscono la calotta orientale antartica dallo sfruttamento umano. Le coppie della colonia erano più di 20 mila nel 2013, si sono ridotte oggi a 18 mila e saranno molte meno l’anno prossimo. Manca solo l’arrivo dell’uomo per dare in pochi anni ai pinguini di Adelia il colpo di grazia...

(La Stampa.it)

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