Usa, chiudono il figlio adottivo in cantina ogni notte e lo sfamano solo a carote...




Anne Tobiasson, 27 anni, e il marito Brett Tobiasson, 31 anni, avevano trasformato lo scantinato senza finestre e senza bagno nella camera del bimbo. I due, arrestati per violenza su minore, sono sotto processo



Rinchiuso in una cantina al buio e costretto a mangiare carote. È successo a Eagle Mountain, cittadina statunitense dello Utah, dove un bambino di 6 anni è stato segregato dai genitori adottivi, ora arrestati per violenza su minore e sotto processo. A rendere nota la vicenda è il Washington Post. Secondo quanto emerge dal racconto del piccolo, sentito durante le indagini, Clarissa Anne Tobiasson, 27 anni, e il marito Brett Tobiasson, 31 anni, avevano trasformato lo scantinato, senza finestre e senza bagno, nella camera del bimbo che veniva puntualmente lasciato lì dentro tutti i giorni dalle ore 18 alle ore 6 del mattino.
Il bambino, oltre ad essere costretto a fare i proprio bisogni in un’apertura nella parete, veniva sfamato esclusivamente con una dieta a base di carote che hanno danneggiato la sua saluterendendo la sua pelle giallastra. Prima di ogni pasto era costretto infatti a mangiare grosse quantità della verdura sotto la minaccia di restare digiuno per i giorni restanti. Le carote non consumate venivano riproposte al pasto successivo e a quello dopo ancora: una prassi che talvolta andava avanti per giorni. Secondo l’accusa, la donna avrebbe raccontato ad una amica che sfamava il figlio adottato intenzionalmente con le carote soltanto perché lo odiava...
(Il Fatto Mondo)

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