Pulizia etnica in Congo: in pochi mesi tra le vittime civili anche 68 bambini...
La denuncia arriva dalle Nazioni Unite, rendendo noto nel rapporto 'Kasai in crisis' del Consiglio per i diritti umani (Unhrc) le violenze nella regione
È una guerra che non risparmia i bambini, che - quando si salvano - portano sul corpo le cicatrici della violenza etnica perpetrata nella regione del Kasai, nella Repubblica Democratica del Congo: segni molto profondi ed evidenti, arti amputati o cicatrici di ustioni.
Sono le torture e gli abusi sessuali commessi in questo angolo del Paese africano tra marzo e giugno: 282 civili - tra cui 68 bambini - non sono sopravvissuti e sono rimasti vittime di esecuzioni selvagge da parte sia di miliziani dei gruppi armati, sia dei militari dell'esercito.
La denuncia arriva dalle Nazioni Unite, rendendo note nel rapporto 'Kasai in crisis' del Consiglio per i diritti umani (Unhrc) le violenze nel Kasai. All'origine delle stragi, il conflitto di matrice etnica che da un anno circa oppone l'esercito al gruppo Kamwina Nsapu.
Sul proprio profilo Twitter l'Unhrc ha pubblicato anche foto realizzate dai propri osservatori in Kasai ai sopravvissuti, in una missione svoltasi a fine luglio: uomini, donne e bambini che sono la testimonianza vivente dell'orrore che si sta consumando in Congo.
Secondo il report inoltre già 1,4 milioni di persone sarebbero state costrette a lasciare le proprie case. L'Unhrc da Ginevra chiede quindi l'intervento della comunità internazionale affinché si ponga fine alle violenze, e rinnova l'appello ai donatori per raggiungere i 64,5 milioni di dollari necessari a far fronte all'emergenza umanitaria. Al momento solo il 20 per cento di questa cifra è stato raccolto.
(Globalist)
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