Crisi araba, tutti contro il Qatar e il terrorismo altrui...




Arabia Saudita, Egitto, Emirati e Bahrein rompono con il Qatar –
Azione senza precedenti contro l’Emirato, accusato di sostenere «i terroristi» –
Via i diplomatici e interrotti i trasporti, scacco per il Paese organizzatore dei mondiali 22



Bharain-Qatar e dintorni
Crisi nel Golfo, senza precedenti.  Bahrain, Arabia Saudita, Egitto ed Emirati Arabi hanno interrotto le relazioni diplomatiche con il vicino Qatar. Le accuse, quelle di sostenere organizzazioni terroristiche e di interferenze negli affari interni del confinante Bahrein, ma non soltanto. Il ruolo della tv quatariota al Jazira nel mondo arabo potrebbe essere l’elemento di tensione scatenante. Una mossa molto forte che prevede l’interruzione degli spostamenti via terra e via aerea -la Qatar Airways è una delle compagnie più potenti del mondo- e il ritiro degli ambasciatori. Oltre all’abbandono della coalizione sunnita delle forze qatariote in Yemen.


Il terrorismo altrui
L’accusa contro il Qatar è quella di supportare i gruppi terroristici che “vogliono destabilizzare la regione”. Il riferimento è alle formazioni dei Fratelli Musulmani nate in Egitto, allo Stato Islamico-Isis, di Al-Qaeda e di tutti quei gruppi che secondo i paesi arabi hanno il supporto degli iraniani. Posizione abbastanza ‘originale’ da parte di Paesi dove comanda l’integralismo wahabita (salvo l’Egitto). Una mossa che probabilmente nasce dalle contestazioni di molti di quei Paesi contro Al Jazeera, l’emittente del Qatar, accusata «di incitare i terroristi e i destabilizzatori». Le opposizioni interne ai singoli stati coinvolti, è la chiave di lettura. Una mossa che potrebbe mettere in gravi difficoltà l’emirato, che dovrà organizzare i Mondiali di calcio del 2022.
E fu la ‘Nato’ araba
La grande alleanza araba contro il terrorismo, lanciata due settimane fa da Donald Trump a Riad, perde un pezzo importante. Il Segretario di Stato americano Rex Tillerson, allarmato, ha chiesto agli alleati di “restare uniti”. Le tensioni con l’emiro Tamim bin Hamad Al-Thani sono cominciate subito dopo la visita del presidente americano. Sui media qatarini erano comparse dichiarazioni di fuoco contro la “linea anti-Iran” dettata da Riad e soprattutto contro la presa di posizione nei confronti dei Fratelli musulmani di Hamas palestinese da sempre appoggiate e finanziata dai qatarini. La ‘Nato araba’ anti iraniana sponsorizzata da Trump con la leadership di Riad si è già spaccata in due. Kuwait e Oman, Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo sono su posizioni più prudenti e per ora non si sono allineati con i sauditi.
Addio coalizione sunnita
Le ragioni della rottura hanno radici più profonde. Qatar, con Kuwait e Oman mantengono da sempre rapporti più cordiali con Teheran. Il Qatar condivide con Teheran nel Golfo Persico il più grande giacimento di gas al mondo, la fonte della sua immensa ricchezza, e ha tutto da perdere in una guerra aperta con l’Iran. Anche se le posizioni sono diverse sul piano religioso-ideologico tra sunnismo e sciismo. Il Qatar ha come religione di Stato lo stesso wahhabismo dei sauditi ma appoggia anche formazioni salafite ‘rivoluzionarie’, come i Fratelli musulmani, che si sono sempre schierate contro la Casa dei Saud e vogliono abbatterla.
Primavere tradite e Tv
Le ‘primavere arabe’ hanno dato al piccolo emirato una grande influenza sul mondo arabo, dove la forza trainante erano i Fratelli musulmani con l’appoggio mediatico di Al-Jazeera, la tv panaraba con sede a Doha. La prima rottura già nel 2014, dopo che Riad aveva appoggiato il colpo di mano del generale Al-Sisi contro il presidente islamista Morsi. Poi la questione libica: ‘guerra per procura’ in Libia, dove il Qatar appoggia le milizie islamiche di Misurata e quelle fedeli all’ex premier islamista Al-Ghwell e al Gran Muftì al-Ghariani, soprannominato ‘il Muftì del Qatar’. Emirati ed Egitto sostengono direttamente con le loro aviazioni il generale Khalifa Haftar.
L’Emiro del Qatar
Era il 26 gennaio 2016 quando lo sceicco Tamim bin Hamad bin Khalifa Al-Thani, arrivava a Roma in una missione d’affari. Incontri con il presidente Mattarella e con il premier Renzi ma soprattutto con rappresentanti del mondo del business e dell’industria. L’interscambio tra Roma e Doha ha toccato quota 1,785 miliardi di euro. Non eccezionale, ma sono gli investimenti del Qatar in Italia ad essere importanti (e ora in parte preoccupanti). Il Qatar ha una forte presenza in Italia con il fondo sovrano Qia con un portafoglio di oltre 150 miliardi di euro.
Chi è lo sceicco
Sheikh Tamim bin Hamad bin Khalifa Al-Thani, 37 anni a giugno, è salito al trono nel giugno del 2013, dopo che il padre, lo sceicco Hamid bin Khalifa, abdicò a sorpresa in un Paese dove tutte le successioni sono avvenute attraverso colpi di stato. Diplomato nel 1998 all’Accademia militare di Sandhurst, in Gran Bretagna. E’ stato sotto la sua guida che il Qatar – poco meno di due milioni di abitanti, che contano su un reddito procapite di oltre 100mila dollari, grazie soprattutto alle entrate provenienti da gas e petrolio – si è aggiudicato l’organizzazione dei Mondiali di calcio del 2022.
Il Qatar e la storia
Il Qàtar è uno dei vari emirati sorti nel XX secolo nella penisola arabica. Dopo essere stato dominato per migliaia di anni dai persiani e, più recentemente, dal Bahrein, dagli Ottomani e dai britannici, diventò indipendente il 3 settembre 1971. Diversamente dalla maggior parte dei vicini emirati, il Qatar ha rifiutato di diventare parte dell’Arabia Saudita – malgrado il comune orientamento wahhabita della loro fede islamica – o degli Emirati Arabi Uniti. Il 27 giugno 1995 l’erede al trono, Hamad bin Khalifa Al Thani, depose suo padre Khalifa bin Hamad Al Thani, e avviò una politica di apertura verso l’Iran, l’Iraq e la Palestina...

(RemoContro)

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