"Da transgender lavoravo per il governo ceceno. Chiesero ai miei genitori di uccidermi per lavare il loro onore"...
La storia di Leila, che per salvarsi dalla Cecenia è scappata in America
Questa di Leila è una storia fatta di cose che non si possono dire in Cecenia. E se per caso la si raccontasse per strada, la risposta sarebbe che sicuramente: hai capito male. "Qui gli omosessuali non esistono" aveva dichiarato Alvi Karimov, portavoce del leader ceceno Kadyrov commentando la notizia dei ceceni arrestati, torturati e uccisi con l'accusa di essere gay . La storia di Leila, transgender, un tempo alto funzionario del governo Ceceno, viene riportata da Rain TV, emittente indipendente russa che da sempre parla di tematiche scomode al Cremlino: dalle interviste alle Pussy Riot alla copertura del processo contro gli attivisti di Greenpeace, arrivando a un pubblico di circa 20 milioni di spettatori.
Leila è una sopravvissuta. Scappata dalla Cecenia, poi dalla Russia per raggiungere l'America. Un passato nel governo di Akhmad Kadyrov, padre dell'attuale leader Ceceno Razman. All'emittente russa racconta la sua vita "privilegiata", inusuale per qualsiasi ceceno. Nonostante la Cecenia sia uno dei paesi più conservatori e omofobi della federazione russa, Leila è riuscita a vivere la sua identità sempre alla luce del sole: "Non dimenticherò mai il primo giorno di scuola, il primo settembre, quando stupidamente rifiutai di indossare gli abiti maschili che mia madre mi aveva preparato. Ricordo che provò a chiamare mio padre, che ha provato a insegnarmi il buon senso. Ma è servito a niente". Eppure l'abbigliamento "inusuale" non disturbava né gli insegnanti né i propri compagni di scuola: "Non vivevo esattamente come una donna ma potevo permettermi di manifestarmi come un uomo insolito".
Nel 2002 ha lavorato per il governo Ceceno nel ruolo di funzionario governativo. All'epoca la presidenza era occupata da Kadyrov sr., assassinato nel 2004. Il padre dell'attuale dittatore della Cecenia Leila lo ricorda così: "Era un uomo gentile, non aveva sentimenti negativi nei miei confronti. Almeno io non li ho notati". L'operazione per il cambio di sesso arriva solo a metà dei primi anni duemila. Successivamente la decisione di trasferirsi a Mosca. Ed l'ombra del delitto d'onore, ancora viva e presente nella Repubblica Cecena che la insegue fino in Russia: i genitori vengono raggiunti da alcuni "sconosciuti" che gli suggeriscono di sbarazzarsi di Leila, ucciderla per lavare l'offesa di una transessuale cecena che in libertà e indipendenza vive la propria identità. Se non l'avrebbero fatto, ci avrebbero pensato loro: "Mi avrebbero trovata e avrebbero restituito indietro il corpo".
Nel 2015, poi, l'aggressione per le strade di Mosca, i suoi assalitori "certamente ceceni", racconta, l'avrebbero sorpresa alle spalle e accoltellata: "Quando smetterai di portare di disgrazia al tuo popolo". L'aggressione e le minacce tutte denunciate all'autorità russe che invece di offrirle aiuto le avrebbero suggerito di trasferissi in un paese dell'est Europa: "O mi avrebbero fatto ritornare in Cecenia". Inizia così una vita da fuggitiva all'interno della Russia di Putin. E poi la decisione: trasferirsi in Argentina passando per il Messico. Un piano che però non riesca ad andare a buon fine: "qualcuno conosceva le mie mosse, qualcuno sapeva". Così Leila si trasferisce in America e da qui racconta la sua storia a Rain Tv. Una storia che somiglia a moltissime altre. Nella Cecenia di Kadyrov, dove sugli omosessuali detenuti, torturati e uccisi nelle cinque prigioni segrete aleggia un silenzio assordante...
(L'Huffington Post)
Commenti