Arabia Saudita, una piccola ma significativa riforma: tolto in parte il tutoraggio-maschile...
Il decreto reale ordina la cancellazione di alcune norme che impongono alle donne di avere il consenso del "guardiano",per avere un posto di lavoro pubblico, iscriversi all'università o accedere a cure mediche.
Un piccolo (ma significativo) passo in avanti in Arabia Saudita per i diritti delle donne: grazie ad un decreto reale il paese rende più morbida una delle più controverse regole delle sue politiche, ovvero il controllo delle donne. Il re Salman, come scritto ieri sui giornali dalla stampa saudita, ha ordinato la cancellazione di una serie di norme che impongono alle donne di avere il consenso di un parente maschio (generalmente il marito, il padre o il figlio) prima di avere un posto di lavoro pubblico, iscriversi all'università o accedere a determinate cure mediche. Nessuna di queste attività, in via ufficiale, è proibita alle donne, ma la realtà è ben diversa: di solito infatti per ammettere una donna in un posto di lavoro o in un corso universitario è richiesto sempre il consenso dell’uomo incaricato di vigilare su di lei.
Con il decreto reale l’Arabia Saudita va verso quel lento ma progressivo ammodernamento a cui si assiste da poco più di un anno: il re Salam, salito al trono due anni fa, nonostante la sua fama di conservatore sta attuare una serie di riforme progressiste (per gli standard del paese).
Decisiva per questa spinta progressista è stata la diminuzione dei prezzi del petrolio, da cui l'economia saudita dipende quasi interamente. Come scrive Repubblica nella sua versione online “il calo delle rendite derivate dal petrolio costringe la società saudita a ripensare a un modello di sviluppo finora basato su lavori facili e ben remunerati e tasse zero. Oggi che questo modello appare sempre meno sostenibile, la monarchia è costretta a coinvolgere nei progetti di sviluppo sociale ed economico fasce sempre più larghe della società, incluse le donne, di cui si vuole facilitare l'accesso al mondo del lavoro”.
La donna è quindi uno dei pilastri su cui poggiare la nuova società, prevista anche nel piano di sviluppo Vision 2030, che promette di rivoluzionare il volto della società saudita entro appunto il 2030. Il responsabile di queste riforme e della loro attuazione è nelle mani del vice erede al trono principe Mohammed bin Salman, il trentenne che incarna, nell'idea del re suo padre, il futuro del regno.
Eppure la Vision di Mohammed bin Salman sta incontrando molti ostacoli soprattutto all’interno della società che rimane per la maggior parte conservatrice: secondo molti infatti il decreto reale, pur essendo come detto un passo avanti, non tocca i punti più controversi del sistema dell’uomo-guardiano. Ad esempio alle donne continuerà a non essere permesso di prendere la patente di guida e sarà ancora vietato ottenere il passaporto o viaggiare senza il consenso di un uomo...
(Globalist)
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