25 aprile ferito. A Roma un'altra Festa della Liberazione divisa tra Anpi e Comunità ebraica...




Due manifestazioni separate. A niente sono valsi gli appelli all'unità




È un'altra Festa della Liberazione divisa quella che si celebra oggi a Roma. A nulla sono valsi gli appelli del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e quelli di tante forze politiche: Associazione nazionale partigiani e Comunità ebraica hanno deciso di ricordare il 72esimo anniversario della liberazione dal nazifascismo in luoghi diversi della città.
Al corteo promosso dall'Anpi, che come da tradizione terminerà a Porta San Paolo, non è presente la Comunità ebraica, come già lo scorso anno: motivo della rottura la presenza di associazioni e militanti filo palestinesi. L'accusa mossa all'Anpi dalla Comunità ebraica è di "non rappresentare i veri partigiani"; motivo per cui è stata organizzata una manifestazione alternativa in via Balbo (davanti alla sede storica della Brigata ebraica).
A superare le divisioni non è bastato neanche l'appello del presidente Mattarella, che nel ricevere al Quirinale gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma, ha sottolineato: "Giornate come questa ci riconducono alle origini della democrazia e della nostra convivenza, al sacrificio dei tanti che persero la vita per la libertà, per ridare all'Italia la sua dignità, Questi giorni riportano a sacrifici e a momenti storici incancellabili". E ancora: "Tante storie personali hanno fatto in quel periodo la storia nazionale e costituiscono la base della nostro presente".
Stamattina il presidente della Repubblica ha reso omaggio al monumento del Milite Ignoto all'Altare della Patria a Roma deponendo la corona di alloro sul cancello. Il capo di Stato è poi partito verso Carpi per partecipare alla cerimonia "25 aprile. Festa della Liberazione: tra la storia dei padri e il futuro dei figli". Mattarella visiterà oggi pomeriggio l'ex campo di concentramento di Fossoli.
Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, si è recato al mausoleo delle Fosse Ardeatine dove ha deposto una corona d'alloro a nome del governo, nell'ambito delle celebrazioni del 72mo anniversario della Liberazione. Successivamente, il premier ha partecipato alle celebrazioni per il 25 aprile presso il mausoleo, situato presso le cave in cui il 24 marzo 1944 fu perpetrato l'eccidio di 335 civili per rappresaglia contro l'attentato di via Rasella, che conserva reperti e cimeli relativi all'occupazione tedesca di Roma.
"Noi ci auguriamo che si torni a celebrare insieme il 25 aprile e i rappresentati della Regione saranno ovviamente presenti a tutte le celebrazioni. Non si può tacere che tutto nasce da un fatto grave: che negli anni passati si è negato alla brigata ebraica di sventolare le proprie bandiere in un corteo. Il giorno in cui si celebra la libertà questo è un fatto sbagliato. Mi auguro che da questo 25 aprile parta una riflessione per ricomporre tutte le componenti che lottarono per ridarci questa libertà, senza furbizie e senza intolleranza nei confronti di nessuno". Lo ha detto il governatore del Lazio Nicola Zingaretti a Porta San Paolo per il 25 aprile dove stamane ha deposto una corona.
"Oggi è il 25 aprile e si ricorda la libertà. Prima del 25 aprile era impossibile parlare liberamente, incontrarsi liberamente, criticare chi governava, associarsi - continua il presidente della Regione - Grazie alla resistenza, grazie a quella mobilitazione di popolo, oggi siamo liberi. Quindi, quella data bisogna portarla nel cuore e nella testa, primo perché non accada mai più e poi, soprattutto, per ricordare, ricordare chi diede il sangue per noi, cioè per ridarci la libertà. Quindi, è una giornata degli italiani, che la debbono ricordare per essere sicuri sul futuro e per, soprattutto, essere degni di chi ci ha ridato la libertà".
Le polemiche, però, non si fermano. "Il 25 aprile è diventato, a Roma, l'occasione per discussioni pretestuose e per attacchi nei confronti dell'Anpi - ha scritto nei giorni passati l'Anpi in una nota - Ce ne dogliamo molto, perché la Festa della Liberazione dovrebbe essere unitaria e concentrata sui ricordi, sui valori, sul presente e sul futuro".
Per quanto riguarda il Partito democratico, che nei giorni scorsi per bocca del presidente Matteo Orfini, aveva comunicato l'intenzione di non partecipare a un'iniziativa, quella dell'Anpi, 'il cui spirito da qualche anno è cambiato', 32 senatori dem hanno provato senza risultati a stemperare le polemiche scrivendo una lettera alla presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, nella quale evidenziavano il bisogno di "costruire insieme un percorso di riflessione e di ascolto in grado di ricomporre una frattura che lede i valori stessi alla base delle celebrazioni del 25 aprile 1945". Ma le divisioni restano profonde, e quello di oggi sarà, ancora una volta, un 25 aprile ferito...
(L'Huffington Post)

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