Verso la Giornata Mondiale contro la Povertà: ma le ingiustizie crescono...




17 ottobre 1987 a Parigi fu celebrata per la prima volta. Quasi 20 anni dopo abbiamo sconfitto la miseria? No, la forbice tra ricchi e poveri si è allargata



Domani è la Giornata Mondiale contro la Povertà. Nel 2015 l'Istat ha stimato che le famiglie italiane in condizione di povertà assoluta siano pari a 1 milione e 582 mila e le persone a 4 milioni e 598 mila (il numero più alto dal 2005). Mentre il governo vara la nuova legge di bilancio con misure che interessano proprio la povertà, l'assistenza alle famiglie e il Papa lancia il suo monito alla politica proprio nel porre maggiore sforzo economico e morale nella lotta alla povertà si impone una domanda: come mai non abbiamo sconfitto la miseria?

Povertà, una parola che la coscienza collettiva tenta di rimuovere per rimuover eil senso di colpa. Ma le condizioni di indigenza sono in forte aumento, e soprattutto è in forte aumento la povertà degli italiani, la cosiddetta “nuova povertà”. 


La giornata. Celebrata per la prima volta il 17 ottobre 1987 a Parigi, quando centomila difensori dei diritti umani di ogni paese, condizione e origine, si riunirono sul Sagrato dei Diritti dell’Uomo, al Trocadéro su iniziativa di padre Joseph Wresinski. E poi riconosciuta ufficialmente dalle Nazioni Unite nel dicembre 1992.

Più di centomila persone si riunirono Per la firma della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani nel 1948, per ricordare le vittime della povertà estrema, della violenza e della fame.


In quell’occasione, proclamarono che la povertà è una violazione dei diritti umani e affermarono la necessità di unirsi per assicurare il rispetto di questi diritti. Secondo le ultime stime Istat l’Italia è ben lontana dal trovare una soluzione efficace contro la povertà: famiglie numerose, monogenitoriali, del Sud sono le più colpite: si tratta, nel complesso, di 2,73 milioni di nuclei familiari. Eppure le stime rischiano di essere lontane dalla realtà. Come già fatto lo scorso anno, la Fondazione Zancan rilancerà la necessità di strumenti di misura della povertà che riescano a fotografare il problema reale: “Il fatto che non vediamo fino in fondo gli effetti reali della crisi dipende dal metodo di calcolo dei poveri – sottolinea Tiziano Vecchio direttore della Fondazione Zancan –. Se si abbassa la linea della povertà chi l’anno scorso era considerato povero quest’anno non lo è più”.

Non stupisce che il numero dei poveri sia aumentato nel 2010 rispetto all’anno precedente. È una delle tante dimostrazioni possibili del fatto che nel 2010 la crisi economica, nel nostro paese, si sia aggravata, diversamente da quanto ha sostenuto per molto tempo il Governo. E la crisi economica si è ulteriormente aggravata nell’anno in corso e probabilmente anche il numero dei poveri è aumentato. Infatti la crisi economica, in Italia come altrove, è stata ed è in primo luogo crisi occupazionale e caratterizzata dall’incremento delle diseguaglianze nel reddito. Inoltre mi sembrano condivisibili le considerazioni svolte dal direttore della Fondazione Zancan relativamente agli interventi più opportuni da realizzare: per contrastare la povertà non servono tanto trasferimenti una tantum ma è soprattutto necessaria una politica sociale adeguata, che non sia colpita peraltro da continui tagli come sta avvenendo negli ultimi anni...

(Globalist)

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