Dacca, tra le vittime tre imprenditori italiani...




Per ora sono tre le vittime accertate: due friuliani e una viterbese, tutti imprenditori.



Sono tre le vittime italiane accertate delle strage di Dacca. Secondo quanto risulta al quotidiano Messaggero Veneto tra le persone uccise ci sono due friuliani:  Cristian Rossi, 47 anni, imprenditore residente a Feletto Umberto, sposato e padre di due gemelline di 3 anni. E Marco Tondat, giovane imprenditore nel settore tessile, di Cordovado.
Ci sarebbe inoltre anche un'altra vittima italiana accertata: si tratta di un'imprenditrice viterbese di una ditta sulla Cassia.
Per le autorità del Bangladesh non è sopravvissuto nessuno dei dieci italiani ostaggi del commando di terroristi che ha preso d'assalto il ristorante Holey Artisan Bakery, nel quartiere diplomatico della capitale. Delle venti vittime la metà dovrebbero essere italiane.
La Farnesina non ha però ancora confermato il numero, perché come ha spiegato lo stesso prmier Matteo Renzi, le «notizie ufficiali» verranno date prima alle famiglie delle vittime. Ma come ha fatto capire la presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini: «Il bilancio è il più tragico che si potesse temere».
TRE ITALIANI, DUE SONO FRIULIANI.

Rossi doveva tornare in Italia il primo luglio, ma ha spostato il biglietto

Cristian Rossi, 47 anni, imprenditore friulano, è una delle vittime dell'attacco a Dacca, in Bangladesh.
(© ansa) Cristian Rossi, 47 anni, imprenditore friulano, è una delle vittime dell'attacco a Dacca, in Bangladesh.
Nella tarda mattinata del 2 luglio, a comunicare alla famiglia la notizia della morte di Rossi è stata la Farnesina. Per quanto non ci sia ancora stato il riconoscimento ufficiale del corpo, poche sono le speranze rimaste alla moglie. L’uomo era un imprenditore nel settore dell’abbigliamento e venerdì sera si trovava a cena con altri colleghi in una saletta appartata dell’Holey Artisan Bakery, il locale accanto all’ambasciata italiana preso d’assalto dai miliziani islamisti.
Rossi sarebbe dovuto tornare in Italia venerdì primo luglio, ma aveva deciso di prolungare la permanenza di 24 ore per definire gli ultimi contratti. Per anni aveva vissuto in Bangladesh e curato i rapporti con il Paese per conto dell'azienda friulana di abbigliamento Bernardi. Da qualche anno si era messo in proprio e con un collega aveva avviato un’attività di import di capi di abbigliamento realizzati nelle fabbriche di Dacca.
TONDAT SI VOLEVA TRASFERIRE A DACCA. Anche Tondat, il giovane imprenditore rimasto ucciso nell'attentato, si trovava a Dacca per motivi di lavoro. Aveva intenzione di trasferirsi in Bangladesh, aveva avviato l’iter da poco meno di un anno e stava completando le pratiche.
Durante la notte, l’unità di crisi della Farnesina ha contattato la famiglia, la madre e il fratello, attraverso i carabinieri, per avvisarli che l'imprenditore si trovava all’interno del ristorante e che le forze dell’ordine avrebbero tentato un blitz. Che purtroppo non è servito a salvargli la vita...

(Lettera 43)

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