10.000 minorenni migranti svaniti nel nulla, ma l'Europa non si commuove...
Niccolò Rinaldi
E così poco tempo fa apprendiamo che "almeno" 10.000 minorenni migranti sono scomparsi dopo essere arrivati in Europa. Scomparsi: di loro si sa quando hanno superato le nostre frontiere, in seguito sono svaniti nel nulla. Diecimila: un esercito.
Non sappiamo dove siano, con chi siano, come riescano a sopravvivere in Europa. Possiamo supporre che alcuni siano finiti nelle maglie del mercato della pedofilia; altri nella schiavitù di certi lavori in capannoni, cantieri o campi; qualcuno, lo attestano alcune organizzazioni, diviene vittima dell'odioso traffico di organi; altri ancora si nascondono contando sulle proprie forze e vagheranno nelle nostre strade vivendo di espedienti. Alcuni nel frattempo saranno morti. Tutti saranno bambini e ragazzi disperati, altro che il sogno di un'Europa che manco sa dove siano finiti. Viviamo in una società dove siamo tutti controllati e schedati, ma 10.000 minorenni arrivano, vengono registrati e poi se ne perdono le tracce. Quanto all'Europol, con la sua autorevolezza ha denunciato il fenomeno, ma finora non è stata in grado di indicare come risolvere il problema. In buona parte le risposte, in questa Europa che delega ai governi, spettano appunto ai governi, che sembrano avere altre preoccupazioni.
Tre conclusioni. La prima è che se dei ragazzini finiscono nei coni d'ombra dei nostri sistemi informativi, questo accadrà anche a dei terroristi, e allora dimentichiamoci ogni senso sicurezza collettivo. La seconda è che un tale pasticcio è una delle ennesime falle di un sistema che delega ai ventotto paesi dell'Ue questioni ormai sovranazionali come immigrazione e sicurezza. Un'unica procedura di registrazione, un unico corpo di polizia di frontiera, un unico sistema di accoglienza, un unico codice di selezione dei migranti economici e dei richiedenti di asilo, renderebbero moto più improbabile questa crepa informativa in cui si può scomparire.
La terza è che alla notizia della scomparsa di questi 10.000 minorenni, non si è aperto un vero dibattito europeo, nonostante una discussione al Parlamento europeo. Poca l'attenzione dei media, rari i twitter dei politici, nessuna mobilitazione dell'opinione pubblica. Insomma: l'Europa, tanto assertrice della sua cristianità, non si commuove al cospetto del destino funesto di diecimila minorenni che a essa guardavano come all'occasione di un riscatto dalla povertà e dalla guerra. Fossero scomparsi non 10.000 ma 1.000 o soltanto 100 ragazzi europei, l'attenzione sarebbe stata ben diversa. Esiste dunque una sorta di apartheid culturale, un riflesso razzista taciuto, eppure vigente.
Anzi. Ci saranno anche i tanti ai quali la notizia che 10.000 giovani immigrati in un certo senso "non ci sono più" farà molto piacere: sono già troppi e se qualcuno è risucchiato nelle pieghe più turpi della nostra società, tanto meglio, tanto più se sono giovani, potenziali futuri padri di altri invasori. Diecimila in meno? Evviva...
(L'Huffington Post)
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