Da dove ci arriverà il gas di cui abbiamo bisogno?...






Chiusura d’anno per l’Unione Europea con l’agenda dei lavori impegnata dalla discussione, piuttosto importante, su come realizzare l’unione energetica, su come cioè riuscire a dipendere sempre di meno dalla Russia per il gas.
L’azienda russa Gazprom, un vero e proprio colosso del settore, a settembre ha firmato l’accordo per raddoppiare il gasdotto Nord Stream, che porta il gas russo direttamente in Germania. L’operazione ha l’obiettivo di evitare il passaggio del gas dall’Ucraina – non nel suo miglior momento – a tutto vantaggio della Germania, in caso di crisi. In questo momento circa un terzo del gas utilizzato nell’Unione arriva dalla Russia: la metà di questo gas passa dall’Ucraina, ancora alle prese con la sua guerra interna ed in pessimi rapporti con Mosca.
Il raddoppio del Nord Stream però non piace affatto alla Commissione dell’UE che vorrebbe dipendere sempre di meno dalla Russia e perché da tempo è in “guerra” con Gazprom, accusata di abuso di posizione dominante: solo la Germania non la pensa proprio così.
Per evitare il problema “Ucraina” la Russia un anno fa aveva annunciato la costruzione di Turkish Stream un nuovo gasdotto per portare nell’UE il gas attraverso la Turchia, la Grecia e i Balcani.Ma un pò i mancati accordi sui costi ed un pò i recenti problemi diplomatici tra i due paesi dopo la questione del jet russo abbattuto in Turchia, hanno fatto rallentare se non fallire del tutto il progetto.
Prima di questo c’era stato “South Stream” un progetto di un gasdotto che avrebbe dovuto connettere direttamente Russia ed Unione europea, eliminando ogni Paese extra-comunitario dal transito.
Per cercare di avere maggiore potere sulla Russia l’Unione Europea non ha mai spinto più di tanto per South Stream, quanto a favore di un altro progetto per portare il gas mediorientale e centroasiatico in Europa, come il Nabucco (progetto semiabbandonato che porterebbe il gas dalla Turchia, Paese NATO, all’Austria) o il TAP (dalla Turchia fino alla Puglia attraversando la Grecia). Entrambi i progetti dovrebbero connettersi al TANAP, ovvero la pipeline trans-anatolica che porterebbe il “gas di Gazprom” (quello nel Caucaso e sul mar Caspio, da Azerbaijan e Georgia) senza passare per l’impresa russa...
(Il Journal)

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