Siria, ong: raid russi ancora su obiettivi non Is. Gb: solo uno su 20 contro il Califfato...




L'Osservatorio nazionale per i diritti umani parla di almeno 39 civili morti nei raid russi degli ultimi quattro giorni. Cameron con Obama: "Mosca rafforza il macellaio Assad". Erdogan: "Voglio incontrare Putin e indurlo a interrompere le operazioni"



BEIRUT - L'agenzia di stampa siriana Sana raccoglie la denuncia della ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), secondo cui nelle ultime ore nuovi raid aerei russi hanno puntato anche su obiettivi non riconducibili allo Stato Islamico in Siria. La stessa ong, citata questa volta dalla televisione panaraba Al Jazeera, parla di almeno 39 civili morti nei raid russi in Siria degli ultimi quattro giorni, oltre a 14 jihadisti, 12 appartenenti all'Is e due al Fronte al Nusra, la branca siriana di Al Qaeda.

Una fonte militare del regime siriano, riportata da Sana, parla di attacchi effettuati dai caccia russi contro un centro di comando fortificato ad Al Latamneh, nella provincia centrale di Hama, dove sono presenti ribelli non jihadisti. In altri raid, aggiunge la stessa fonte, sono stati distrutti depositi di armi e munizioni nella città di Jisr al Shughur, nella provincia nord-occidentale di Idlib, controllata da una coalizione di gruppi armati islamisti tra i quali il Fronte al Nusra. Infine, un campo di addestramento e un deposito di armi e munizioni sono stati attaccati a Maaret al Numan, anch'essa località nella provincia di Idlib. Da parte sua, Ondus riferisce di incursioni di jet russi la notte scorsa su posizioni dei ribelli a Jabal al Turkman, nel nord della provincia di Latakia, il cui omonimo capoluogo è una delle roccaforti della famiglia del presidente Bashar al Assad. In questo bombardamento, secondo l'Ondus, sarebbe rimasto anche danneggiato "un ospedale affiliato a un'organizzazione medica internazionale". I jet militari russi, secondo l'ong, hanno attaccato anche due villaggi,  al-Barah e Ihsem, nei pressi di Jabal al-Zawiya, nella provincia settentrionale di Idlib. A Ihsem sono morti almeno sei civili: un membro della protezione civile, una donna e le sue quattro figlie minorenni. Feriti tre bambini della stessa famiglia. Mentre, sempre nella provincia di Idlib, elicotteri del regime hanno sganciato due barili-bomba sul villaggio di Abdin.

Ben diverso il bollettino di guerra diramato da Mosca, secondo cui i raid russi hanno colpito più di 50 obiettivi Is in quattro giorni e nelle ultime 72 ore sono stati sferrati oltre 60 attacchi che hanno significativamente ridotto il potenziale militare jihadista. Durante un briefing tenutosi in giornata, portavoce del ministero della Difesa, generale Igor Konashenkov, ha comunicato che i cacciabombardieri russi Sukhoi Su-34 e Su-24M impegnati nei raid aerei in Siria hanno effettuato oltre 20 missioni nelle ultime 24 ore, colpendo nove postazioni di miliziani dello Stato Islamico. Secondo il portavoce, sono stati colpiti e distrutti un centro di comando dei miliziani dell'Is e un deposito sotterraneo di esplosivi non lontano dalla città settentrionale di Raqqa. Un altro raid mirato - ha aggiunto Konashenkov, è stato effettuato sulla città di Maarrat Al-Numan, nel nord-est del Paese, contro alcune fortificazioni degli estremisti islamici, depositi di munizioni e sette unità di equipaggiamenti militari. Un altro deposito di equipaggiamenti militari, sempre nel nord-est della Siria, sarebbe stato distrutto a Jisr al-Shughur. "I servizi di intelligence hanno riferito che i terroristi hanno lasciato i territori sotto il loro controllo - ha spiegato dallo Stato Maggiore il generale Andrei Kartapólov -. Panico e diserzioni sono iniziati nelle loro fila. Circa 600 mercenari hanno abbandonato le loro postazioni e stanno cercando di arrivare in Europa".".

Il premier russo Dmitri Medvedev ha così giustificato l'intervento militare russo in Siria in una intervista alla tv Rossia 24. "Stiamo proteggendo il popolo russo dalla minaccia del terrorismo, perché è meglio farlo all'estero che combatterlo dentro il Paese". "Sfortunatamente  - ha aggiunto Medvedev - la Russia ha accumulato una dura esperienza nel contrastare il terrorismo. La cosa principale è che tutto sia risolto attraverso negoziati, che riusciamo a far sedere allo stesso tavolo l'opposizione (siriana, ndr) e le autorità, e che essi elaborino proposte per il futuro della Siria".

Da parte sua, il presidente Vladimir Putin ha colto l'occasione del messaggio di auguri inviato alle autorità tedesche per il "Tag der deutschen Einheit", il Giorno dell'Unità tedesca, per sottolineare l'importanza di evitare la reciproca alienazione e salvare il potenziale di cooperazione bilaterale che esiste fra le due nazioni. La risposta in perfetto stile Cremlino alle preoccupazioni di Berlino riguardo la campagna russa in Siria, sottolineate dall'adesione della Germania all'appello lanciato venerdì da otto nazioni per uno stop ai raid aerei contro l'opposizione e la popolazione civile siriana.

Dopo le critiche di Barack Obama alla "visione" di Putin della crisi siriana,anche il premier britannico David Cameron ha attaccato il presidente russo. Parlando nell'Oxfordsire prima di recarsi a Manchester per il congresso del Partito conservatore, senza troppi giri di parole Cameron ha affermato che i raid aerei russi in Siria stanno aiutando il "macellaio" Assad e Mosca, lungi dal colpire lo Stato Islamico, in realtà ha come obiettivo l'opposizione al presidente siriano. "E' assolutamente chiaro che la Russia non sta distinguendo tra l'Is ed i gruppi legittimi dell'opposizione, e, di conseguenza, sta sostenendo il macellaio Assad e lo sta aiutando".

Il ministro della Difesa britannico Michael Fallon, in un'intervista al tabloid Sun, ha sostenuto che solo un raid russo su 20, pari al 5%, ha come obiettivo le postazioni dell'Is: "Stiamo analizzando i luoghi colpiti dai loro raid ogni mattina. La grande maggioranza delle azioni non sono contro lo Stato islamico. Le nostre prove indicano che stanno sganciano munizioni non guidate in aree civili, uccidendo civili, e che le sganciano contro le forze dell'Esercito libero siriano, che combattono Assad". Una situazione che con l'intervento russo si è "complicata", ma sarebbe "moralmente sbagliato per la Gran Bretagna non colpire l'Is in Siria, come in Iraq. Non possiamo lasciare agli aerei francesi, americani e australiani il compito di tenere le strade britanniche al sicuro".

Da qualche giorno ha rotto gli indugi anche la Turchia, nemica giurata di Assad, allertata dalle notizia riguardanti un'offensiva in preparazione nel nord della Siria, dunque ai suoi confini, che vedrebbe forze iraniane ed hezbollah attaccare via terra gli oppositori del regime di Damasco con la copertura aerea assicurata dall'aviazione russa. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, intervistato da Al Jazeera, ha dichiarato l'intenzione di incontrare Putin "per discutere della situazione in Siria ed esprimere la mia inquietudine al riguardo. Dal momento che fra i nostri due Paesi ci sono relazioni di amicizia, gli chiederò di riconsiderare la decisione di agire in Siria".

In Italia, Palazzo Chigi è stato costretto a precisare che il presidente del Consiglio non si riferiva a Romano Prodi quando, nell'intervista a Repubblica oggi in edicola, afferma: "Dubito delle ricette scodellate in modo semplicistico: non sarà semplicemente aiutando Assad che bloccheremo is. Né considerandolo l'unico problema come fanno in modo altrettanto banale altri". Renzi non fa il nome dell'ex presidente della Commissione Ue e a sua volta ex premier. Ma proprio Prodi aveva affermato la necessità di rafforzare la posizione di Assad per arginare lo Stato Islamico. "Sui temi di politica estera, i giudizi espressi dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella intervista a 'la Repubblica' non si riferivano in alcun modo a Romano Prodi, ma rientravano in un discorso più generale sui rapporti tra l'Europa e la crisi siriana" la nota stampa della Presidenza del Consiglio dei ministri...
(R.it Esteri)

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