Riaprite le frontiere, si fermano gli affari!...
La Camera di commercio croata esorta il governo a riconsiderare la decisione di chiudere i valichi di confine con la Serbia, in modo da scongiurare ingenti perdite.
L'esecutivo croato di Zoran Milanovic deve al più presto riaprire lefrontiere con la Serbia - sigillate a partire da venerdì scorso per frenare l'inarrestabile flusso di migranti diretto in Nord Europa - in modo da evitare pesantissime ripercussioni sul tessuto economico e sociale del Paese. Dopotutto la decisione di Zagabria di chiudere sette degli otto valichi di confine con la Serbia ha già innescato una preoccupante girandola di rappresaglie e ritorsioni con Belgrado, tale da dare vita alla più grave contesa consumatasi fra le due repubbliche ex jugoslave dai tempi dei conflitti armati degli anni '90. A dirlo è Josip Zaher, vicepresidente della Camera di commerciocroata con delega al turismo, alla finanza e al commercio, durante una conferenza stampa indetta a Zagabria.
"Invito il governo croato a fare dietrofront e a riaprire dunque le frontiere - sostiene il vicepresidente -, così da scongiurare un disastro economico di portata colossale. E mi rivolgo anche alle autorità di Belgrado, implorandole di ritirare le drastiche misure messe in atto in queste ore che avranno conseguenze micidiali sia sulle aziende croate che su quelle serbe. So bene quanto sia delicata la questione migratoria, ma è comunque necessario permettere agli imprenditori di fare il loro mestiere. Del resto, telefonicamente o via email, numerosi capi di azienda ci stanno contattando per esprimere la loro profonda insoddisfazione riguardo alla situazione attuale, che se prolungata potrebbe portarli al tracollo. Non dimentichiamo che il reciproco blocco delle frontiere al transito di merci potrebbe causare all'economia croata un danno giornaliero pari a circa un milione di euro. La Serbia, infatti, risulta essere il sesto partner commerciale della Croazia in termini di esportazioni, che ammontano a quasi 510 milioni di euro l'anno".
(Fonte: Index, Jutranji list)
(Globalist)
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