Iraq: Stato Islamico prepara la conquista di Falluja. Baghdad sempre più vicina...
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Il gruppo dello Stato Islamico è pronto a estendere la sua serie di vittorie militari nella provincia di Anbar anche a Falluja, una città che si trova a meno di 50 chilometri dalla capitale. In caso di vittoria degli estremisti, Baghdad si ritroverebbe nel mirino dello Stato Islamico.
L’imminente attacco su Falluja arriva proprio quando alcuni addestratori militari statunitensi sono giunti nel governatorato di Anbar per studiare, insieme ai militari iracheni, una strategia per sconfiggere lo Stato Islamico nella provincia. I militari degli Stati Uniti stanno armando e addestrando guerriglieri sunniti per riconquistare Ramadi, la capitale dell’Anbar conquistata da poco dai jihadisti, e per prevenire la presa di Falluja.
Le notizie di venerdì parlano di diverse esplosioni a Falluja, che hanno portato alla morte di 15 iracheni delle forze di sicurezza. Le esplosioni sono le ultime di una serie di attacchi portati dallo Stato Islamico nelle ultime due settimane, segnando un drammatico aumento della violenza nella zona. A inizio settimana, lo Stato Islamico ha rivendicato un attacco che ha ucciso almeno otto persone in un ufficio del governo locale e ferito più di 17. Gli ufficiali dell’esercito iracheno hanno affermato venerdì sui social media, che gli attacchi delle ultime settimane sono provocate dal ritiro delle forze dello Stato Islamico dai villaggi di Mushaniya, Qanatir e Dulaymiya, dalla parte nord-orientale di Falluja.
Migliaia di persone sono ancora a Falluja e lo Stato Islamico sta impedendo loro di lasciare la città, hanno riferito i combattenti sunniti presenti nel territorio di Anbar. Senza poter lasciare le loro case per dirigersi in zone più sicure, gli abitanti di Falluja e dei villaggi circostanti vivono sotto il costante bombardamento dei raid statunitensi, che cercano di colpire i rifugi dello Stato Islamico. Ma i militanti si stanno disperdendo tra la popolazione per evitare di essere individuati, hanno detto sceicchi sunniti nella zone, rendendo difficoltose le operazioni di bombardamento della coalizione capitanata dagli USA, che non potrebbero colpire i militanti dello Stato Islamico senza colpire anche i civili.
La coalizione statunitense sta bombardando la città di Falluja e le aree circostanti da mesi, dicono i combattenti, ma gli attacchi non sono riusciti a eliminare la presenza dei militanti jihadisti dal territorio. Questo perché alcuni sceicchi sunniti stanno finanziando il gruppo militante con soldi e armi. Alcuni hanno persino promesso fedeltà al gruppo.
In previsione dell’attacco di Falluja, le forze irachene, compresi i volontari sciiti finanziati in gran parte dall’Iran, si stanno posizionando tra gli avamposti di Falluja e Ramadi. Anche i nuovi guerriglieri sunniti, equipaggiati con armi statunitensi, si stanno preparando per respingere i militanti da Falluja.
I militari statunitesi inviati da poco nell’area stazioneranno durante l’assalto alla base situata tra Falluja e Ramadi. Questi consulenti militari si uniscono, come ha affermato mercoledì il Dipartimento di Difesa statunitense, a migliaia di soldati già presenti sul territorio impegnati ad aiutare l’esercito iracheno nell’addestramento e ad armare i i volontari della provincia di Anbar, desiderosi di riprendersi le terre che gli sono state sottratte dallo Stato Islamico. Tuttavia, i combattenti in prima linea affermano che i nuovi consulenti, anche se sono i benvenuti, non possono risolvere i problemi di coordinamento tra le tre principali forze che stanno affrontando lo Stato Islamico: le forze di sicurezza irachene, le milizie sciite e i combattenti sunniti.
In una intervista a International Business Times, uomini delle tribù sunnite della provincia di Anbar coinvolte in un nuovo programma di addestramento alla base di Habbaniya, vicino la città di Ramadi, hanno riferito che “nessun numero di consiglieri militari statunitensi” potrà risolvere i problemi fondamentali nella lotta allo Stato Islamico (i combattenti sunniti, che sono stati completamente addestrati dalle forze americane, non hanno voluto rilasciare i loro nomi per questioni di sicurezza)...
(International Business Times)
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