Donne svelatevi...Lo scrittore e giornalista egiziano Cherif Choubachy invita tutte le donne egiziane a togliersi pubblicamente il loro velo per rivendicare l'identità laica dell'Egitto...
di Majda Abdellah. Jeune Afrique (30/04/2015). Traduzione e sintesi di Silvia Di Cesare.
Non è la prima volta che lo scrittore e giornalista egiziano Cherif Choubachy fa scalpore. Questa volta l’ex ministro della Cultura, ha fatto nascere il dibattito nella società egiziana con una semplice iniziativa lanciata dalla sua pagina Facebook: tutte le donne velate egiziane sono chiamate a svelare il loro viso in Piazza Tahrir nella giornata del 1° maggio.
Non è la prima volta che lo scrittore e giornalista egiziano Cherif Choubachy fa scalpore. Questa volta l’ex ministro della Cultura, ha fatto nascere il dibattito nella società egiziana con una semplice iniziativa lanciata dalla sua pagina Facebook: tutte le donne velate egiziane sono chiamate a svelare il loro viso in Piazza Tahrir nella giornata del 1° maggio.
Nella chiamata pubblicata il 6 aprile scorso Cherif promette che “come uomo sarò il primo a difenderle”. Una volta pubblicato, il messaggio ha provocato un tumulto in Egitto, ma nonostante le minacce lo scrittore continua a difendere una certa idea di donna egiziana.
Il riferimento appare chiaro, ed è diretto a Houda Sharawi, figura di spicco del femminismo islamico, nonché prima donna a svelarsi dal ritorno da un viaggio in Europa nel 1923. La maggior parte delle donne egiziane hanno allora seguito l’esempio e abbandonato il velo.
Cento anni dopo questa iniziativa, la provocazione di Cherif veicola un messaggio politico molto forte: riprodurre il gesto della prima femminista araba-musulmana significa simbolicamente rifiutare l’oscurantismo e l’interpretazione patriarcale del Corano, per rilanciare l’identità laica egiziana.
In Egitto la maggior parte delle donne sono velate, per questo una tale proposta sconvolge la società. Molte egiziane non hanno tardato a definirla una “provocazione” e a rivendicare il loro diritto di indossare il velo. Questo è il caso di Dalia Ziada, scrittrice velata che si oppone al raduno. “Questa gente che oggi invita le donne velate a rimuovere il loro velo, non è diversa da quelli che originariamente lo imposero” afferma Diana “tutti violano i diritti delle donne e interferiscono nel più basilare dei diritti: il loro aspetto”.
Una visione che non è unanime fra le egiziane. Basma Osman vive ad Aswan. Lei ha 28, indossa il velo, e trova strano che l’iniziativa venga da un uomo. “L’hijab dovrebbe essere una storia di donne”, spiega. Tuttavia, supporta l’idea. “Non voglio togliere il velo perché credo che questo sia un ordine da parte di Allah” ha dichiarato “ma sosterrò le giovani donne che vorranno svelarsi”.
Tutto il mondo arabo non ha tardato a intervenire nella polemica sui social network. Tra tutti i commentatori vi è stato anche un mufti saudita secondo il quale il velo per le donne è essenziale per la loro sicurezza. “Non ho vissuto un giorno della mia vita in Egitto senza essere molestata sessualmente per strada, a casa, è uno stile di vita” gli ha risposto Aliya aggiungendo che “alcuni uomini vedono le donne velate come donne deboli, fragili, e ne approfittiamo per molestarle di più”.
L’Egitto negli ultimi anni è stato descritto come il paese peggiore in termini di diritti delle donne. Nella loro ultima relazione, nel 2013, le Nazioni Unite hanno rivelato che durante la loro vita, il 99,3% delle donne egiziane sono state vittime di violenza sessuale....
ArabPress)
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