Somalia. Gli al Shabaab, spietati fanatici jihadistii nati dalla guerra civile...





LIBANO, BEIRUT – Nella Somalia precipitata nel caos e nella guerra civile dopo la caduta del dittatore Siad Barre nel 1991, grazie all’intervento americano e degli alleati occidentali a fianco dei ribelli nell’operazione “Restore Hope”, gli al Shabaab (“giovani”, in arabo) cominciano a definirsi come organizzazione integralista pochi anni dopo nel corso dell’insurrezione contro le truppe etiopi.
Queste ultime erano penetrate in Somalia nel 2006 per rovesciare, sempre con il sostegno degli Usa, l’Unione dei Tribunali Islamici che aveva preso il controllo della capitale Mogadiscio. Nel 2009 gli al Shabaab hanno dichiarato la loro alleanza con al-Qaeda che li ha ufficialmente integrati nella sua rete terroristica all’inizio del 2012.
Cio’ nonostante, nel 2011 sono stati costretti a ritirarsi da Mogadiscio dai soldati dell’Unione Africana (Amisom) e hanno gradualmente perso tutte le loro roccaforti nel centro e nel sud del Paese.
Continuano pero’ a controllare vaste zone rurali – imponendo alle popolazioni locali una rigida interpretazione della Sharia – e da qui partono per spettacolari quanto sanguinosi attentati sia a Mogadiscio sia, dal 2013, anche nel vicino Kenya. Nairobi e’, a loro avviso, colpevole di aver lanciato proprio a partire dalla fine del 2011 una campagna militare contro le loro basi nel sud della Somalia.
E’ del settembre 2013 il sanguinoso assalto al centro commerciale Westgate a Nairobi (67 morti) ma un numero ancora superiore di vittime (76) gli al-Shabaab erano gia’ riusciti ad ottenerlo nel luglio 2010 a Kampala, capitale dell’Uganda, altro Paese finito nel mirino dei fanatici integralisti islamici somali per la sua partecipazione alla missione Amisom.
I jihadisti non risparmiano i cristiani – 37 uccisi in un solo attacco a dicembre, al confine tra Somalia e Kenya – perchè giudicati colpevoli di non essere musulmani. Proprio nell’assalto al campus universitario nell’est del Kenya, gli al Shabaab hanno tenuto in ostaggio solo gli studenti cristiani, liberando quelli musulmani.
Attualmente l’organizzazione terroristica puo’ contare su migliaia di guerriglieri (tra i 5.000 e i 9.000 secondo gli osservatori) e sul sostegno obbligato delle popolazioni rurali, prive di qualsiasi difesa, praticamente abbandonate dal traballante potere centrale e sottoposte a vessazioni di ogni genere dai radicali islamici.
Contro di loro sono schierati i militari dell’Unione Africana (22.000 uomini) che finora pero’ non hanno spinto la loro offensiva verso l’estremita’ meridionale della Somalia, feudo di al Shabaab...
(blitz quotidiano)

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