Turchia, altra stretta su internet: primi arresti per insulti a Erdogan su Twitter...
Di Shuan Sim
La polizia turca ha fatto irruzione nelle case di tre persone venerdì e le ha arrestate con l'accusa di avere insultato il presidente Recep Tayyip Erdogan e altri alti funzionari su Twitter. Gli arresti sono gli ultimi di una lunga serie e gli attivisti hanno espresso allarme circa i limiti sempre più strettia alla libera di parola nel Paese.
Le tre persone, di cui due donne, sono state identificate come Veli H. K., Serpil I. e Sarap K. e sono agli arresti domiciliari, in attesa di comparire in tribunale nei prossimi giorni, stando all'agenzia ufficiale Anatolia, citata da Agence France Press. Due sono stati arrestati a Istanbul, mentre un'altra in un resort di Fethye nella provincia di Mugla sul Mediterraneo, stando a media locali.
Gli accusati avrebbero pubblicato commenti che insultavano Erdogan, il primo ministro Ahmet Davutoglu, il capo dei servizi di sicurezza Hakan Fidan, il capo di stato maggiore generale Necdet Özel e altri esponenti del partito di governo Giustizia e Sviluppo, stando al sito turco BGN News. Il sito ha anche riportato che la polizia nazionale turca aveva creato una task force per i social media per identificare tali offese su internet, e gli arresti di venerdì sono stato la prima operazione portata a termine dalla task force.
La task force aveva cominciato a investigare su un account Twitter, "kaan_kursat", che aveva suggerito lo scorso gennaio l'utilizzo di virtual private network (VPN) per comunicare in modo anonimo ed evitare così il controllo delle autorità. L'account è stato in seguito associato a Veli H.K., mentre gli altri due arrestati sono stati ritenuti in contratto con quest'ultimo, secondo BGN News.
Insultare il presidente è un crimine in Turchia, e molte altre persone sono state arrestate o imprigionate per averlo fatto. Una ex miss Turchia, Merce Büyüksarac, rischia quattro anni e mezzo di prigione per aver postato un poema satirico su Instagram lo scorso novembre, mentre uno studente di ventitré anni, Aykutalp Avsar, è stato condannato venerdì a 14 messo di prigione per aver definito l'allora primo ministro Erdogan "dittatore" durante le proteste dell'estate 2013.
Erdogan, che è diventato presidente lo scorso agosto ed era stato primo ministro dal 2003 al 2914, è stato criticato per essere intollerante alle critiche. La Turchia ha bandito Twitter e YouTube lo scorso aprile quando Erdogan affermò di voler "sradicare Twitter" dopo che la piattaforma venne usata per diffondere accuse di corruzione contro di lui. Il bando era stato poi eliminato poiché settimane dopo, quando i tribunali lo dichiararono incostituzionale.
(International Business Times)
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