Epidemia di sonno: lo strano mistero (ancora irrisolto) del Kazakistan...
Kalachi è un paesino di circa 600 abitanti situato nel distretto di Esil, nella regione Akmola, collocata geograficamente nel nord del Kazakistan. Una piccola località rurale salita alla ribalta per un mistero che avvolge i suoi cittadini, spedendoli periodicamente letteralmente tra le braccia di Morfeo.
Il caso
Epidemia di sonno, la definiscono i medici. Una situazione che nel 2014 ha colpito almeno un quinto degli abitanti di Kalachi, sorpresi improvvisamente da tali attacchi di sonno nelle situazioni più disparate: per strada, in casa, a lavoro o a scuola. Una situazione che però va al di là di una semplice narcolessia, prolungandosi per più giorni: per la precisione, da 48 ore a quasi una settimana intera. Per poi culminare in un risveglio tutt’altro che pieno di sollievo, caratterizzato da una spossatezza senza eguali, una fiacchezza tale da – ironia della sorte – avere la sensazione di non aver riposato per anni.
La prima ondata di casi è stata registrata nell’aprile 2013, per poi ripetersi periodicamente, interessando in due anni almeno un componente per ogni nucleo familiare. I racconti sono molteplici: decine di persone accasciatesi contemporaneamente e distese una accanto all’altra, scolaresche assopitesi nel giro di pochi minuti. Per poi risvegliarsi in preda a nausea, giramenti di testa, perdite parziali di memoria e, in alcuni casi, addirittura allucinazioni.
Situazione nebulosa
Diversi team di medici – tra cui anche virologi, radiologi e tossicologi – si sono recati a Kalachi per studiare il caso direttamente sul posto. Senza riuscire a ricavarne, ad oggi, una spiegazione plausibile. Anche perché l’epidemia colpisce in maniera assolutamente casuale: può interessare gruppi di persone ma anche singoli individui all’interno di un nucleo familiare numeroso. Diverse le diagnosi a seconda dei casi – da edemi cerebrali ad encefalopatie tossiche, passando addirittura per veri e propri infarti – ma nessun fattore scatenante preciso. L’unico fattore comune è un improvviso aumento di temperatura, registrato in concomitanza degli eventi epidemici.
Molti dei sospetti si sono orientati verso una vecchia miniera segreta di uranio, risalente ai tempi dell’Unione Sovietica. Ma gli studi non hanno trovato al momento particolari collegamenti, sia per l’assenza di sintomi negli ex minatori sia nella mancanza di riferimenti a patologie del sonno negli studi sulle radiazioni. Anche se alcuni esperti, come il professor Leonid Rikhvanov, ritengono di aver trovato la ragione nel gas radon, evaporato dalla miniera e propagatosi nel villaggio. Ed avvertono:l’epidemia potrebbe diffondersi.
Nel frattempo, nell’attesa di ulteriori riscontri per provare la bontà di tali teorie, la pazienza degli abitanti del “villaggio addormentato” è ormai al limite. Una situazione tale da aver spinto negli ultimi mesi gran parte della popolazione di Kalachi ad abbandonare la città, per sfuggire letteralmente a quelle che, più che braccia, stanno diventando sempre più le “grinfie di Morfeo”. Il tutto in attesa che gli studiosi possano finalmente far luce sul mistero e rendere la zona – che entro maggio dovrebbe essere totalmente chiusa – nuovamente vivibile....
(International Business Times)
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