La Nigeria è riuscita a sconfiggere l’Ebola: ne è convinto il dottor Faisal Shuaib...
Di Stefano Consiglio
Diversi Stati dell'Africa occidentali continuano ad essere attanagliati dal virus dell'Ebola, che finora ha causato la morte di quasi 4 mila persone. Attualmente le autorità di Guinea, Sierra Leone, Liberia e Nigeria hanno registrato oltre 8 mila casi di Ebola, anche se probabilmente il numero è anche maggiore. Molte persone, infatti, si trovano in remoti villaggi privi di qualsiasi assistenza ospedaliera, oppure temono di essere stigmatizzate a causa della malattia. L'attuale epidemia di Ebola è talmente grave che gli scienziati americani hanno sostenuto che si tratta della più importante emergenza umanitaria da quando la pandemia di AIDS ha contagiato milioni di persone a partire dagli anni '80.
In questo contesto, che definire drammatico significherebbe utilizzare un eufemismo, una ventata di speranza proviene dalla Nigeria in cui da più di un mese è stato dimesso l'ultimo paziente affetto da Ebola. Faisal Shuaib, un dottore che lavora per il ministero della Salute nigeriano, è convinto che la Nigeria sia riuscita definitivamente a debellare l'epidemia di Ebola. Una serie di fattori, secondo Shuaib, hanno contribuito al successo del programma disposto dal Governo nigeriano nel momento in cui è esplosa l'epidemia.
Il primo fattore determinante è stato un ingente stanziamento da parte dell'amministratore delegato della Gates Foudnation, Susan Desmond-Hellman, un'epidemiologa con un'esperienza "sul campo" in Africa. Non appena la signora Hellman ha parlato con degli esperti di salute pubblica che l'hanno informata della gravità di questa epidemia, ha immediatamente trasferito 50 milioni di dollari ai responsabili della campagna anti-Ebola avviata in Nigeria.
Un altro elemento cruciale nel successo nigeriano è stato il coordinamento tra il ministero della Salute della Nigeria e le varie agenzie delle Nazioni Unite o ONG operanti sul territorio. Membri del WHO (World Health Organization), dell'UNICEF, del Centro americano per il Controllo delle Malattie; della Croce Rossa, di Medici senza frontiere si sono incontrati con i dottori inviati dal ministero della Salute per decidere una comune strategia da adottare contro l'Ebola. Questo ha garantito non solamente un fenomeno di brainstorming che ha permesso una maggiore rapidità sia nel processo creativo delle soluzioni che nella fase esecutiva, ma ha anche evitato l'adozione di progetti fra loro incompatibili.
Il monitoraggio del territorio e delle frontiere, altro obiettivo considerato primario dai medici operanti in Nigeria, è stato realizzato congiuntamente da tutte le autorità nazionali e non presenti sul territorio. Non appena si individuava un soggetto che presentava i sintomi della malattia, questo veniva isolato così da evitare contagi accidentali.
L'informazione, infine, ha avuto anch'essa un ruolo molto importante nei risultati ottenuti in Nigeria. Molte persone, a detta del dottor. Shuaib, tendono a non comunicare i sintomi perché temono di essere ghettizzate a causa della malattia. Secondo il medico nigeriano è importante diffondere il messaggio che dalla malattia si può guarire e che spesso essa risulta fatale a causa degli scompensi elettrolitici dovuti alla perdita di fluidi, i quali possono essere facilmente trattati all'interno di strutture ospedaliere.
La Nigeria, ufficialmente, non può comunicare al mondo di avere sconfitto il virus. Stando alle regole dell'epidemiologia, infatti, un'epidemia può dirsi debellata quando sono passati due cicli di incubazione della malattia, in questo caso corrispondenti a 42 giorni. Ciò nonostante il fatto che in Nigeria da più di un mese non venga registrato un caso di Ebola fa ben sperare gli scienziati di tutto il mondo, dimostrando chiaramente che per quanto seria possa essere questa epidemia è possibile sconfiggerla tramite un'azione congiunta di tutti gli operatori sanitari e gli scienziati presenti sul territorio.
(International Business Times)
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