Sud Sudan, strage nella base Onu. Civili armati aprono il fuoco: almeno 58 morti tra i rifugiati...
Un gruppo di manifestanti ha fatto irruzione nella struttura delle Nazioni Unite di Bor, dove operano caschi blu indiani e sudcoreani. All'interno c'erano 5mila rifugiati. Oltre cento i feriti
Bor (Sud Sudan)Almeno 58 persone sono morte e oltre 100 sono rimaste ferite nell'attacco di giovedì 17 aprile ad una base Onu in Sud Sudan. Così il capo delle operazioni umanitarie Onu nel Paese, spiegando che si contano 48 morti - tra cui bambini, donne e uomini - nella base ed i corpi di 10 assalitori fuori dalla base. Le vittime, che sono rifugiati ospitati all’interno della struttura, potrebbero salire a oltre 100.
Nella base 5mila civili
Secondo le prime ricostruzioni dell’accaduto, un gruppo di civili armati si è diretto alla base, apparentemente per consegnare una petizione alle Nazioni Unite. I manifestanti hanno invece fatto irruzione nella struttura, dove operano militari indiani e sudcoreani e dove sono ospitati circa 5mila civili. Una volta all’interno, gli assalitori hanno aperto il fuoco.
L'Onu: "Attacco grave"
“Questo attacco in un luogo dove i civili vengono protetti dall’Onu è una grave escalation”, ha dichiarato il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric. Tra i feriti ci sarebbero anche due caschi blu. “Tutte le parti in causa dovrebbero considerare inviolabili le basi dell’Onu – ha aggiunto l’ambasciatrice Usa presso le Nazioni Unite Samantha Power – In particolare dovrebbero garantire protezione alle persone che si riparano al loro interno".
Tensioni nel Paese
La situazione in Sud Sudan è molto tesa. Il 23 gennaio scorso le varie fazioni in lotta nel Paese hanno accettato una cessazione delle ostilità, ma i combattimenti sono continuati in alcune aree. Martedì scorso i ribelli hanno annunciato di essersi impadroniti di Bentiu, la capitale della regione dove sono concentrate le maggiori risorse petrolifere, e hanno dato una settimana di tempo alle aziende petrolifere per andarsene. -
(Rai news 24)
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