Botswana...La guerra silenziosa dei Boscimani: no al confino nelle riserve...





di Chiara Gagliardi

C’è chi sostiene, sebbene non si possa confermare con certezza, che abitino l’Africa da più di ventimila anni. I San, chiamati anche Boscimani (dall’inglesebushmen, uomini dei cespugli), sono un popolo di cacciatori-raccoglitori che da millenni abita il deserto del Kalahari e si sposta fra Namibia, Botswana e Repubblica Sudafricana. Ora, uno dei popoli più antichi del continente vede minacciata la propria esistenza: gli Stati confinanti, in particolare il Botswana, sono accusati di volerli rimuovere dalla terra che essi hanno abitato per anni.
Poco importa la presenza di un altro gruppo etnico, quando il sottosuolo del Kalahari ospita diamanti e giacimenti di metano. Già da dieci anni, infatti, i Boscimani rivendicano silenziosamente il proprio diritto ad abitare la Central Kalahari Game Reserve, dove sono liberi di cacciare per sopravvivere: solo nell’ultimo periodo, però, si è aggiunta la minaccia dell’estrazione del gas naturale e dei rischi ad essa connessi.
Dal secondo deserto più grande dell’Africa arrivano notizie poco rassicuranti: dalla fine degli anni Novanta i Boscimani sono costretti a trasferirsi in specializzati campi di raccolta. Gli sfratti forzati hanno provocato il passaggio alla sedentarietà di una popolazione per natura nomade. Un reportage della BBCha recentemente mostrato come i Boscimani vivano in condizioni disperate e come l’alcolismo perseveri particolarmente in un popolo depresso. Preoccupante è anche la larga diffusione dell’AIDS, senza contare i soprusi e le torture della polizia del Botswana «a scopo esemplare» e il prosciugamento dei pozzi d’acqua prima utilizzati per il sostentamento.
Il deserto del Kalahari
(Fonte: namibia.it)
Nonostante nel 2006 il popolo dei Boscimani abbia vinto una storica causa, che consente loro di tornare legalmente nel territorio del Kalahari, al momento questo rientro non è ancora libero: per visitare i pochi gruppi rimasti ancora nella Game Reserve, bisogna chiedere al governo un permesso di un mese (provvedimento, questo, che ricorda molto le Pass Laws dell’apartheid sudafricano e che innesca un pericoloso circolo vizioso). Recentemente, inoltre, il governo del Botswana ha approvato, per estrarre il gas naturale, la metodologia della fratturazione idraulica ofracking: lo sfruttamento della pressione di un fluido per creare spaccamenti nel terreno, tuttavia, porta con sè il pericoloso rischio di infiltrazioni tossiche nelle falde acquifere, configurandosi come un intervento ad alto impatto ambientale deleterio per il delicato ecosistema del deserto del Kalahari.

L’associazione Survival, dedicata ai diritti dei popoli tribali, ha recentemente promosso una campagnaper il rispetto dei diritti di una delle etnie più antiche dell’Africa: intanto, i Boscimani continuano la loro silenziosa lotta per la sopravvivenza, per ribellarsi al destino che favorisce la legge del più forte.
(Il Referendum)

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