Aleppo: bambini raccolti a brandelli dopo i bombardamenti...(video shock)


dal blog di ASMAE DACHAN

La città di Aleppo sta vivendo, nelle ultime settimane, la più pesante offensiva militare dall’inizio della repressione in Siria ad opera del regime di bashar al assad. Le ripetute incursioni dell’aviazione sulle zone residenziali stanno provocando un numero di vittime senza precedenti. Solo nella giornata di sabato sono cadute oltre 150 vittime.
Gli elicotteri del regime stanno sganciando barili TNT su diversi quartieri della zona orientale della città. Migliaia di famiglie stanno cercando di mettersi in fuga. Le immagini che giungono da Aleppo sono quelle di un vero e proprio esodo. Sin dalle prime ore del mattino si formano lunghe colonne umane che tentano di allontanarsi dalle zone bombardate, senza una meta.
I video girati dai citizen reporter negli istanti successivi ai bombardamenti sono terrificanti. Gli ordigni distruggono le abitazioni in pochi istanti, provocando stragi di bambini, donne e civili in genere. Anche le auto che transitano lungo le strade vengono colpite dalle deflagrazioni. Dopo ogni esplosione sono i civili stessi a correre nel punto dove è caduta l’ultima bomba per cercare di salvare eventuali superstiti. Le scene che si trovano davanti agli occhi sono sconvolgenti: sotto le macerie trovano bambini a brandelli, corpi martoriati, incendiati, irriconoscibili, che con grande umanità prendono in braccio e portano via. I morti vengono messi gli uni vicini agli altri, in attesa che un furgoncino li raccolga tutti per portarli subito al cimitero; i superstiti sono soccorsi con gli automezzi a disposizione. Sangue ovunque. Le case vengono squarciate. Si cerca di ascoltare nella confusione generale per cogliere le voci dei superstiti. Si aiutano i sopravvissuti ad uscire dalle loro abitazioni. Il caos dilaga: donne che urlano i nomi dei propri figli, feriti che urlano di dolore, gente che ripete a voce alta “Ya Allah, Allahu Akbar“, oddio, Dio è grande, affidando alla fede la loro disperazione e il loro sgomento.
Questo drammatico quadro si ripete da giorni ad Aleppo, da mesi, ormai da tre anni, in molte città della Siria. Sta accadendo ora, sotto gli occhi del mondo che si sono chiusi, per assuefazione e indifferenza, già da molto tempo. Non cesserà l’emergenza umanitaria se prima non si fermeranno i bombardamenti e non si fermeranno i bombardamenti finché si continuerà a fornire armi al regime e non si imporrà la no fly zone su tutta la Siria. Quelli che stanno morendo sono bambini, sono civili: perché si finge di non vedere e si preferisce nascondersi dietro a discorsi ideologici, teoremi, teorie, frasi fatte?  Perché i barili non suscitano la stessa indignazione provocata dalle armi chimiche?
Quanti bambini, oltre ai 12 mila già registrati, dovranno ancora morire prima che si ponga fine a questo genocidio?

Video 1 – 4 febbraio 2014, Aleppo, bombardamento e distruzione nel quartiere di Al Maskan; si raccolgono brandelli umani

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Aleppo: bambini raccolti a brandelli dopo i bombardamenti – video shock

Aleppo 4 febbraio 20144 febbraio 2014 – Aleppo
La città di Aleppo sta vivendo, nelle ultime settimane, la più pesante offensiva militare dall’inizio della repressione in Siria ad opera del regime di bashar al assad. Le ripetute incursioni dell’aviazione sulle zone residenziali stanno provocando un numero di vittime senza precedenti. Solo nella giornata di sabato sono cadute oltre 150 vittime.
Gli elicotteri del regime stanno sganciando barili TNT su diversi quartieri della zona orientale della città. Migliaia di famiglie stanno cercando di mettersi in fuga. Le immagini che giungono da Aleppo sono quelle di un vero e proprio esodo. Sin dalle prime ore del mattino si formano lunghe colonne umane che tentano di allontanarsi dalle zone bombardate, senza una meta.
I video girati dai citizen reporter negli istanti successivi ai bombardamenti sono terrificanti. Gli ordigni distruggono le abitazioni in pochi istanti, provocando stragi di bambini, donne e civili in genere. Anche le auto che transitano lungo le strade vengono colpite dalle deflagrazioni. Dopo ogni esplosione sono i civili stessi a correre nel punto dove è caduta l’ultima bomba per cercare di salvare eventuali superstiti. Le scene che si trovano davanti agli occhi sono sconvolgenti: sotto le macerie trovano bambini a brandelli, corpi martoriati, incendiati, irriconoscibili, che con grande umanità prendono in braccio e portano via. I morti vengono messi gli uni vicini agli altri, in attesa che un furgoncino li raccolga tutti per portarli subito al cimitero; i superstiti sono soccorsi con gli automezzi a disposizione. Sangue ovunque. Le case vengono squarciate. Si cerca di ascoltare nella confusione generale per cogliere le voci dei superstiti. Si aiutano i sopravvissuti ad uscire dalle loro abitazioni. Il caos dilaga: donne che urlano i nomi dei propri figli, feriti che urlano di dolore, gente che ripete a voce alta “Ya Allah, Allahu Akbar“, oddio, Dio è grande, affidando alla fede la loro disperazione e il loro sgomento.
Questo drammatico quadro si ripete da giorni ad Aleppo, da mesi, ormai da tre anni, in molte città della Siria. Sta accadendo ora, sotto gli occhi del mondo che si sono chiusi, per assuefazione e indifferenza, già da molto tempo. Non cesserà l’emergenza umanitaria se prima non si fermeranno i bombardamenti e non si fermeranno i bombardamenti finché si continuerà a fornire armi al regime e non si imporrà la no fly zone su tutta la Siria. Quelli che stanno morendo sono bambini, sono civili: perché si finge di non vedere e si preferisce nascondersi dietro a discorsi ideologici, teoremi, teorie, frasi fatte?  Perché i barili non suscitano la stessa indignazione provocata dalle armi chimiche?
Quanti bambini, oltre ai 12 mila già registrati, dovranno ancora morire prima che si ponga fine a questo genocidio?

Video 1 – 4 febbraio 2014, Aleppo, bombardamento e distruzione nel quartiere di Al Maskan; si raccolgono brandelli umani

Video 2 – 4 febbraio 2014,  Aleppo, lo strazio dei civili

Video 3 – 5 febbraio 2014, Aleppo, le conseguenze dei bombardamenti sulla zona residenziale

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