Da Rostov parla Yanukovich "La Crimea resti unita all'Ucraina"...





L'ex presidente definisce "illegali" le elezioni indette per il mese di maggio dal governo di Kiev e rassicura di non aver intenzione di chiedere aiuto militare alla Russia: "Ho parlato con Putin solo al telefono" - ha detto. Intanto Germania, Polonia e Francia esprimono preoccupazione per gli sviluppi della situazione. Le nuove autorità ucraine incassano il pieno riconoscimento da parte degli Stati Uniti e dell'Europa


ROSTOV RUSSIA - Mentre il Crimea i filorussi, dopo l'occupazione del Parlamento, hanno assunto il controllo anche di un aeroporto, dalla Russia, Viktor Yanukovich assicura la sua intenzione di continuare a combattere per il suo paese. Da Rostov sul Don, nel sud della Russia, l'ex presidente ucraino precisa in una conferenza stampa di non essere stato deposto, ma costretto a lasciare il paese da forze estremiste, ''per le minacce di morte'' ricevute. La crisi in cui si trova il paese, ha aggiunto chiedendo la convocazione di un referendum sulla costituzione, ''è stata provocata da politici europei irresponsabili''.
''La Crimea deve rimanere parte dell'Ucraina, anche se con ampia autonomia'': lo ha affermato Yanukovich precisando che, ''pur simpatizzando con il desiderio delle milizie di autodifesa di proteggere le loro famiglie e le loro case, le invita a mantenere moderazione ed evitare qualsiasi conflitto''. Yanukovich ha detto di non avere intenzione di chiedere alla Russia assistenza militare e di trovarsi a Rostov, e non per esempio a Mosca, solo perché in questa città ha un amico che ha acconsentito a ''offrirgli rifugio''. Una volta arrivato in Russia, ho parlato al telefono con Putin, ha aggiunto precisando che con lui ''ha concordato che quando sarà disponibile ci incontreremo, ma non so quando questo sarà'''. Il deposto presidente ucraino  ha affermato poi che non parteciperà alle elezioni presidenziali del 25 maggio definendole "illegali".
Le preoccupazioni in EuropaGermania, Francia e Polonia sono "profondamente preoccupate" per gli sviluppi della situazione in Crimea, dove le tensioni tra filorussi e pro governativi mettono a rischio la stabilità dell'area. "Deve essere fatto tutto il possibile", si legge in un nota congiunta dei rispettivi ministri degli Esteri, "per ridurre le tensioni nelle regioni orientali dell'Ucraina e per promuovere un dialogo pacifico tra tutti i poteri". Nei giorni caldi della rivolta di Kiev capi delle diplomazie di Berlino, Parigi e Varsavia -rispettivamente Frank-Walter Steinmeier, Laurent Fabius e Radosalw Sikorski- avevano negoziato un accordo con l'allora presidente della Repubblica ex sovietica, Viktor Yanukovich.
Intanto il nuovo governo dell’Ucraina ha incassato il pieno riconoscimento da parte di Stati Uniti ed Europa...
(Rai Giornaleradio)

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