Siria: l'assedio di Yarmouk, crimine del regime...


Il campo profughi palestinese di Yarmouk è da mesi sotto assedio, le forze di Assad impediscono l'afflusso di vivere e medicinali, si muore di fame nel silenzio del mondo


Di Francesco Peloso 

Questa è una storia che in occidente nessuno oggi vuole sentire: le cancellerie europee sono ormai proiettate verso la mitica 'Ginevra 2', la sede del possibile grande accordo per una spartizione della Siria dopo tre anni di massacri, e non hanno alcuna intenzione di farsi turbare. Così Washington, attenta al nuovo equilibri con Mosca e Teheran, e così buona parte dell'opinione pubblica e dei governi. Per questo si sta accreditando, contro ogni ragione possibile, il governo siriano come un interlocutore accettabile con il quale ci si può sedere a un tavolo comune. La storia inascoltabile è quella dell'assedio del campo profughi palestinese di Yarmouk nei pressi di Damasco, condotto dall'esercito di Assad; la denuncia non viene da una ong qualunque ma dall'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani.

I palestinesi rimasti nel campo, considerati ribelli o loro fiancheggiatori o non obbedienti al regime o semplicemente vittime sacrificabili, sono isolati dal resto del mondo, in condizioni umanitarie a spaventose, e muoino di fame, che non è un modo di dire ma la realtà pazzesca di queste settimane. E' un assedio portato avanti con metodi selvaggi, a dir poco medioevali, "un crimine di guerra" secondo le Nazioni Unite; le forze governative hanno sparato sui convogli umanitari ai quali è impedito l'accesso al campo.

Questo il quadro mentre si discetta di milizie jiahdiste in Siria, mentre gli stessi ribelli portano avanti un doppio conflitto, contro i fondamentalisti e contro le truppe di Damasco. La Siria è ormai al collasso, la tragedia umanitaria sotto gli occhi di tutti, la vergogna di questo regime che non ha voluto nemmeno di fronte al mare di morti che si accumulato nel Paese, provare ad aprire un negoziato di qualsiasi genere, anche. La geopolitica ha la meglio, non è la prima volta nella storia e ormai sembra inutile scandalizzarsi.

Qui si parla di cristiani perseguitati, di 'male minore' - cioè Assad e le sue forze armate - e si lascia andare al caso tutto il resto. Il problema è diventato una nave di passaggio a Gioia Tauro, intanto a Yarmouk si consuma una pagina infernale della storia contemporanea. I palestinesi muoiono, come sempre, e questa volta non trovano a difenderli le solite schiere di militanti anti israeliani perché i conti non tornano, perché ad ucciderli, stavolta, è il regime di Assad, l'alleato della Russia, cioè il fronte antimperialista secondo le risibili categorie dei movimenti pseudo pacifisti. La Chiesa tace, i governi tacciono, le istituzioni internazionali a cominciare dall'Ue, appaiono o complici o impotenti. Questo il quadro oggi, ma di una cosa si potrà essere certi: nessuna strage è senza conseguenze, da domani chi parlerà di integralismo islamico si ricordi dell'assedio di Yarmouk.

Di seguito il servizio dell'AFP sull'assedio con i dettagli di quanto sta avvenendo

La responsable des droits de l'Homme de l'ONU, Navi Pillay, a averti vendredi que les entraves qu'imposent les forces pro-gouvernementales syriennes à l'arrivée de l'aide destinée aux réfugiés palestiniens du camp de Yarmouk pourraient constituer un crime de guerre. "L'étendue de la malnutrition et le nombre de personnes qui en sont mortes, soit directement soit indirectement, ne sont pas connus avec certitude", a déclaré la Haut-Commissaire de l'ONU aux droits de l'Homme, Navi Pillay, dans un communiqué.

"Mais il est absolument clair que la situation à Yarmouk (près de Damas, ndlr) est maintenant totalement désespérée et que des civils sont en train de mourir du fait de celle-ci. Les forces gouvernementales et les milices qui leur sont affiliées semblent imposer une punition collective aux civils de Yarmouk", a-t-elle ajouté. "Empêcher l'aide humanitaire d'arriver aux civils désespérément dans le besoin pourrait constituer un crime de guerre", déclare Mme Pillay.

La Haut-Commissaire a rappelé que le droit international exige des parties au conflit qu'elles accordent le libre passage à tout envoi de vivres indispensables, de vêtements réservés aux enfants de moins de quinze ans, aux femmes enceintes ou en couches et qu'elles accordent le libre passage à tout envoi de médicaments et de matériel sanitaire.

Jusqu'en décembre 2012, plus de 160.000 réfugiés palestiniens vivaient à Yarmouk, une banlieue située juste au sud de la ville de Damas. Une vaste majorité d'entre eux ont fui après que les groupes d'opposition armés sont entrés dans le camp et que les forces gouvernementales eurent lancé une attaque. Des petits groupes de civils ont été ultérieurement autorisés à partir par les forces gouvernementales entourant le camp ou ont réussi à s'échapper, selon l'ONU qui estime qu'il reste au moins 18.000 personnes à Yarmouk.

Depuis plusieurs mois, l'armée leur impose un siège drastique. Au moins 45 personnes sont mortes de faim ou par manque de traitement en trois mois dans le camp selon l'Observatoire syrien des droits de l'Homme. L'Office de secours et de travaux des Nations Unies pour les réfugiés de Palestine dans le Proche-Orient (UNRWA) n'a pas pu y délivrer d'aide depuis septembre dernier, à une seule exception en décembre 2013, lors de la livraison de 2.000 doses de vaccins contre la polio.

Lundi encore, un convoi n'a pas pu entrer dans le camp, après avoir essuyé des tirs. "Le fait de lancer des attaques délibérées contre le personnel, les installations, le matériel, les unités ou les véhicules employés dans le cadre d'une mission d'aide humanitaire est un crime de guerre en vertu du Statut de Rome de la Cour pénale internationale", a souligné Mme Pillay...
(il mondo di Annibale)

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