Siria, gemellaggio tra famiglie: gli italiani ne «adottano» 5.400...
Famiglie che “adottano” altre famiglie, in Siria. È l’iniziativa congiunta di Caritas Italiana e Pontificio Consiglio per la Famiglia, presentata ieri, e in occasione del Pellegrinaggio mondiale delle Famiglie alla Tomba di San Pietro (domani e dopodomani). Il tema dello sforzo straordinario è: «Le famiglie del mondo per le famiglie della Siria» e ha per obiettivo di aiutare 5.400 famiglie siriane, per un totale di oltre 20mila persone; inoltre più di 300 famiglie sfollate potranno trovare un alloggio.
Il progetto, che ha la durata di un anno, consiste in una raccolta fondi per la fornitura di aiuti umanitari alle famiglie siriane in difficoltà e prioritariamente con bambini. Oltre al sostegno con alloggi temporanei si prevede la fornitura di assistenza medico-sanitaria a malati, bambini e anziani. Durante la conferenza stampa è stato presentato un toccante documentario, curato da Federico Fazzuoli ed Elisa Greco, realizzato in Libano in uno dei 200 campi profughi della Valle della Bekaa, con diverse testimonianze.
«Non ci sarà distinzione nell’aiuto – ha spiegato monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia – e destinatarie saranno famiglie cattoliche, ortodosse, musulmane o di qualsiasi altra tradizione. Mi ha fatto rabbrividire, in questi giorni, leggere su qualche quotidiano che i cecchini in Siria mirano e colpiscono le donne incinte: come a voler rendere l’inferno ancor più inferno! Tutto questo deve appunto finire».
Don Francesco Soddu, Direttore di Caritas Italiana, ha spiegato che «si tratta di un’iniziativa che allarga gli orizzonti, ci spinge ad intensificare l’impegno concreto accanto a Caritas Siria e dà sempre più corpo alle azioni di vicinanza e di sostegno alla popolazione e alle famiglie locali intraprese da Caritas italiana sin dall’inizio di questa emergenza, fedeli al mandato ricevuto dalla nostra Conferenza episcopale».
Come ha aggiunto Paolo Beccegato, responsabile dell’area internazionale della Caritas, si parla oramai di ben oltre 6 milioni di persone, tra sfollati e rifugiati, costrette a lasciare le proprie abitazioni nella speranza di trovare una sistemazione lontana dal conflitto.
«Con soli 20 milioni di abitanti – ha aggiunto –, la Siria si ritrova oggi con oltre il 30% della popolazione in gravi condizioni di precarietà e a rischio vita. Giordania, Libano, Turchia, Iraq, Egitto sono solo alcune delle nazioni che accolgono più di 2 milioni di rifugiati siriani. Quello che manca è proprio una speranza, una prospettiva di ritorno e di condizioni più favorevoli».
Il progetto, che ha la durata di un anno, consiste in una raccolta fondi per la fornitura di aiuti umanitari alle famiglie siriane in difficoltà e prioritariamente con bambini. Oltre al sostegno con alloggi temporanei si prevede la fornitura di assistenza medico-sanitaria a malati, bambini e anziani. Durante la conferenza stampa è stato presentato un toccante documentario, curato da Federico Fazzuoli ed Elisa Greco, realizzato in Libano in uno dei 200 campi profughi della Valle della Bekaa, con diverse testimonianze.
«Non ci sarà distinzione nell’aiuto – ha spiegato monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia – e destinatarie saranno famiglie cattoliche, ortodosse, musulmane o di qualsiasi altra tradizione. Mi ha fatto rabbrividire, in questi giorni, leggere su qualche quotidiano che i cecchini in Siria mirano e colpiscono le donne incinte: come a voler rendere l’inferno ancor più inferno! Tutto questo deve appunto finire».
Don Francesco Soddu, Direttore di Caritas Italiana, ha spiegato che «si tratta di un’iniziativa che allarga gli orizzonti, ci spinge ad intensificare l’impegno concreto accanto a Caritas Siria e dà sempre più corpo alle azioni di vicinanza e di sostegno alla popolazione e alle famiglie locali intraprese da Caritas italiana sin dall’inizio di questa emergenza, fedeli al mandato ricevuto dalla nostra Conferenza episcopale».
Come ha aggiunto Paolo Beccegato, responsabile dell’area internazionale della Caritas, si parla oramai di ben oltre 6 milioni di persone, tra sfollati e rifugiati, costrette a lasciare le proprie abitazioni nella speranza di trovare una sistemazione lontana dal conflitto.
«Con soli 20 milioni di abitanti – ha aggiunto –, la Siria si ritrova oggi con oltre il 30% della popolazione in gravi condizioni di precarietà e a rischio vita. Giordania, Libano, Turchia, Iraq, Egitto sono solo alcune delle nazioni che accolgono più di 2 milioni di rifugiati siriani. Quello che manca è proprio una speranza, una prospettiva di ritorno e di condizioni più favorevoli».
Fabrizio Mastrofini
(Avvenire.it)
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