Profughi siriani, Italia impreparata Unica salvezza fuggire di nuovo...

di RAFFAELLA COSENTINO

Il nostro Paese è solo una tappa del loro viaggio verso la Svezia dove possono contare su una rete di parenti e amici, ma la legge impedisce di dare la giusta assistenza. Così proliferano pratiche illegali e molti migranti sono vittime di truffe e soprusi

SIRACUSA - Su due milioni di profughi siriani, di cui la metà sono bambini, ospitati nei paesi confinanti come la Turchia e il Libano, in Italia ne sono arrivati 9.805 da gennaio, l'anno scorso erano 582. Il numero è cresciuto ma resta molto piccolo rispetto alla catastrofe della guerra in Siria, per cui l'unica soluzione possibile è l'apertura di un corridoio umanitario. Si tratta di intere famiglie con bambini e anziani al seguito, che diventano fantasmi all'interno del sistema d'accoglienza italiano. Li vediamo arrivare ma dopo pochi giorni non ci sono più. Rifiutano di lasciare le impronte digitali e di chiedere asilo in Italia. Sono diretti in paesi come la Svezia e la Germania, dove hanno parenti e amici. Intorno al loro dramma si è sviluppata una rete di solidarietà composta da italosiriani, da italiani e dalle moschee che li aiutano a lasciare offrendo un pasto caldo o un alloggio per una notte. 

Profughi truffati dalla Sicilia a Milano. Ma più spesso sono vittime di un business criminale che coinvolge italiani e migranti. "I profughi arrivano alla stazione centrale di Milano e sono avvicinati e derubati da nordafricani che li truffano per comprare i biglietti del treno e il cibo", racconta Shadi Fahle, milanese di origini siriane che cura il gruppo facebook "Informare per davvero" . "Un viaggio in macchina da Milano alla Germania viene fatto pagare 1500 euro per gli adulti e 700 euro per i bambini", aggiunge. La speculazione sul dramma di chi ha perso tutto inizia nelle aree di sbarco. A Siracusa un tassista, S., racconta che i suoi colleghi prendono centinaia di euro per una corsa in taxi dal centro di accoglienza ex Umberto I alla stazione, oppure che truffano i profughi sul cambio dei soldi da dollari in euro. 

L'Italia una seconda Libia. "Ci sono molti migranti che vedono ormai la Sicilia e l'Italia tutta come un'ulteriore tappa del loro viaggio. L'Italia è diventata una seconda Libia", spiega Carla Trommino, avvocato dell'Asgi "Poiché i migranti sono interessati a spostarsi, si è sviluppata attorno a questa necessità una rete illegale di soggetti che sono per lo più migranti a loro volta". La microcriminalità offre diversi servizi in cambio di commissioni e lauti guadagni: ritirare soldi alla Western Union, prendere il biglietto dell'autobus o del treno, nel secondo caso viene chiesta una cifra più alta perché hanno bisogno di fornire il loro nome. "Questo succede intorno all'Umberto I e ai 'villini' che sono i giardini vicino alla stazione, dove i migranti sanno di poter trovare quelli che loro chiamano 'mediatori'", continua Trommino "nel momento in cui non è lo Stato a garantire percorsi legali, c'è chi specula. Non sono costi che affronterebbe un italiano".

Il fallimento del Regolamento Dublino. Di fatto le autorità stanno lasciando scappare i siriani perché sanno che si tratta di persone appartenenti alla classe media con i soldi in tasca per il viaggio fino alla Svezia. All'Italia fa comodo non costringere queste persone a restare in un sistema di accoglienza che già scoppia. È quanto abbiamo verificato di persona andando nei luoghi in cui in Sicilia vengono ospitati i siriani subito dopo lo sbarco. Si tratta di centri in cui in teoria dovrebbero essere identificati, ma da dove fuggono in breve tempo. È la prova del fallimento del sistema Dublino che si basa sulla convinzione che tutti i paesi dell'Unione europea abbiano uguali standard per accogliere le richieste d'asilo, ma l'Italia è ormai considerata un paese non sicuro dai profughi e da alcuni tribunali stranieri. I giudici tedeschi hanno impedito con diverse sentenze il rientro dei rifugiati nel nostro paese. 

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