Emergenza Siria: l’Egitto arresta e rimpatria i rifugiati siriani, compresi i minori, denuncia Amnesty International....

Forte denuncia al Governo egiziano dopo l’incidente di Alessandria, quando i militari hanno sparato su un barcone in partenza uccidendo due persone.

Le autorità egiziane devono porre fine alla spaventosa politica di detenzione illegale e rimpatrio forzato di centinaia di rifugiati siriani fuggiti dal conflitto in patria. È questa la forte denuncia di Amnesty International, che in un recente rapporto breve dal titolo “Non possiamo più vivere qui”: rifugiati dalla Siria in Egitto, fa luce sulle tragiche conseguenze della linea dura scelta dal Governo egiziano. Sempre più rifugiati rischiano la vita in mare per inseguire il sogno dell’Europa, pagando ai trafficanti cifre esorbitanti fino a 3.000 euro ciascuno. Tra di loro ci sono moltissimi bambini, molti dei quali non accompagnati, che come gli altri, arrivati in Egitto, vengono generalmente arrestati, detenuti in cattive condizioni e rimpatriati forzatamente, a volte separando le famiglie. Amnesty International ha individuato anche due gemelli di un anno tra i rifugiati detenuti illegalmente da settembre. Chi non viene rimpatriato, ha dichiarato ad Amnesty International, è costretto a lasciare l’Egitto per l’ostilità che incontra nel Paese.
Nelle ultime settimane, le autorità egiziane hanno intercettato 13 imbarcazioni di rifugiati siriani che tentavano di salpare per le coste europee. Secondo le ultime cifre dell’Unhcr, 946 persone sono state arrestate e 724 rimangono ancora in detenzione. Né l’Unhcr né gli avvocati hanno accesso ai rifugiati. Sherif Elsayed Ali, direttore della sezione Diritti dei rifugiati e dei migranti di Amnesty International, denuncia: “Rimandare i rifugiati nelle zone di conflitto da cui sono fuggiti è una gravissima violazione dei diritti umani”.
Il 4 ottobre, ad esempio, un gruppo di 36 siriani palestinesi è stato forzatamente rimpatriato a Damasco e Amnesty International ritiene che il gruppo sia ora detenuto nel ramo palestinese della Intelligence militare siriana, una delle sezioni più tristemente note per la brutalità dei metodi di tortura inflitti e per l’elevato tasso di decessi sotto tortura. Il 17 settembre, per impedire che un’imbarcazione con 200 profughi partita da Alessandria raggiungesse l’Europa, la Marina egiziana ha sparato allo scafo uccidendo 2 persone, una siriana palestinese di 50 anni e un siriano di 30. Tutti gli altri sono poi stati arrestati.
“L’Egitto ha il dovere di proteggere chiunque fugga dal conflitto siriano. Al momento sta fallendo profondamente nel conformarsi agli obblighi internazionali in materia di protezione”, denuncia Sherif Elsayed Ali, che conclude: “Invece di proteggerli, l’Egitto li arresta e deporta [e questa] è una macchia nella reputazione dell’Egitto che potrebbe seriamente danneggiare la sua immagine come interlocutore chiave nella regione”. Per approfondimenti si rimanda al breve rapporto in lingua inglese.
(Samantha Falciatori)
(ImmigrazioneOggi)

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