Siria, la guerra dei bambini soldato Arruolati dai ribelli. Massacrati dal regime di Damasco. Usati come scudi umani. L'allarme Onu sulle baby reclute.....

di Barbara Ciolli

Crimine contro crimine, violenza contro violenza. A due anni e mezzo dall'esplosione, nel marzo 2011, delle rivolte in Siria sfociate in guerra civile, non si fermano gli abusi efferati del regime contro i minori. E crescono anche i minorenni reclutati tra le milizie irregolari, in larga parte tra le brigate dei ribelli.
Nei primi mesi di battaglie, i combattenti del Free Syrian Army (Fsa), braccio armato dell'opposizione al regime di Bashar al Assad, non avevano abbastanza armi. Ma con l'aumento delle forniture, compresi razzi e artiglieria pesante, dai Paesi arabi e, sottobanco, dai servizi segreti americani, il gap si è accorciato. Ma, a quel punto, a mancare erano le braccia.
ADOLESCENTI SOLDATO. Negli ultimi mesi del 2013, l'Onu ha denunciato «il crescente numero di bambini, usati da forze d'opposizione come la Fsa». I minori, per lo più tra i 10 e i 17 anni, si avvicinano alle brigate, «spesso accompagnati da parenti più grandi». O perché, come emerge dalle loro testimonianze, «hanno perso tutti i membri della loro famiglia», in genere uccisi nelle rappresaglie del regime.
All'inizio i ragazzini venivano impiegati come staffette, per portare derrate, soccorrere feriti o trasmettere informazioni ai combattenti. Poi sono scesi in prima linea: i bambini hanno cominciato a costruire e maneggiare armi nelle fabbriche, a caricarle e impugnarle sul fronte.

Senza un'autorità centrale impossibile arginare il reclutamento

Presentato al Consiglio di sicurezza lo scorso maggio, il rapporto sui bambini-soldato delle Nazioni Unite sottolinea come per il comando del Fsa sia difficile controllare e bloccare questo fenomeno: «Nella struttura non esiste un'autorità centrale per il reclutamento, molte brigate sono basate nei clan e nei villaggi».
In alcuni casi, inoltre, «unità del Free Syrian army come quella di Dayr Az Zawr hanno rifiutato minorenni che chiedevano di poter collaborare, anche quando richiesto dalle loro famiglie». Tuttavia, negli ospedali di altre aree, come nei sobborghi di Aleppo, il personale medico si trova di fronte a «16 e 17enni feriti in cmbattimento».
CON IL KALASHNIKOV A 8 ANNI. Si cresce in fretta in Siria. A 15 anni si è già fin troppo adulti. «I miei non ci sono più, le scuole non ci sono più, non ho altra scelta», ha raccontato lo scorso marzo  Ahmed, 8 anni, kalashnikov in una mano e una sigaretta nell'altra. La sua testimonianza è finita in un video choc girato tra le rovine delle metropoli.
Le famiglie che hanno subito torture dal regime e perso i loro cari in guerra portano i bambini dai ribelli. E loro, rimasti orfani tra le macerie, corrono a vendicare i genitori.
L'Onu ha confermato che, stando alle testimonianze delle vittime, le «forze armate del regime hanno usato bambini come scudi umani, per fermare gli attacchi dei ribelli» e «bombardato ospedali e scuole» come, nel 2012, «l'istituto elementare di al Safira, ad Aleppo», prendendo in ostaggio ragazzi tra i 10 e i 13 anni.
TORTURATI E TORTURATORI. Prelevati dalle famiglie degli oppositori, nei primi mesi di rivolte decine di minorenni sono stati anche arrestati, torturati - bruciati con le sigarette e frustati con cavi elettrici - e infine giustiziati dal regime.
Il dossier Onu cita anche «numerose denunce circa l'utilizzo di ragazzini tra i 15 e 17 anni nellemilizie irregolari degli shabiha», le squadracce di mercenari in abiti civili, che il regime di Assad usa per le spedizioni punitive nei villaggi, accusate dai ribelli di essere responsabili del massacro di contro donne e bambini.

Nei campi profughi «senza legge», tra madrasse e jihad

Minorenni seviziati e minorenni che abusano di minorenni. Leila Zerrougui, rappresentante speciale dell'Onu per i bambini nei conflitti armati, ha chiesto di «aumentare l'attenzione sulle gravi violazioni contro i minori, commesse da entrambi gli schieramenti, nel terzo anno di guerra in Siria».
Da una parte c'è il regime, che ha «ucciso, ferito, imprigionato e obbligato a commettere atrocità dozzine di bambini». Dall'altra le «forze dell'opposizione, che devono smettere di reclutare minorenni», ha intimato Zerrougui, chiedendo al governo «di considerare i bambini che depongono le armi come vittime e non combattenti».
L'ESERCITO DI BABY RECLUTE. Il numero in aumento di baby guerriglieri è allarmante anche fuori dai confini nazionali, nei campi profughi siriani di Giordania, Libano, Turchia e nel Kurdistan iracheno.
In un rapporto interno di agosto, l'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr) ha constatato come, soprattutto nel campo «senza legge» di Za'atari, in Giordania, tra gli oltre 130 mila profughi sia proliferata la «criminalità organizzata». Furti e saccheggi sono all'ordine del giorno. E i rifugiati arrivano anche a pagare 500 dollari gli intermediari corrotti per scappare o tornare in Siria.
RECLUTATI CONTRO ASSAD. Tra questi ci sono anche profughi minorenni che, stando alle dichiarazioni anonime di funzionari dell'Onu, «verrebbero anche fatti uscire per andare a combattere contro Assad».
Tagliati fuori dall'istruzione di base, altri adolescenti «in Libano e in Giordania», continua il report, «avrebbero iniziato a frequentare le madrasse o scuole religiose di radicali islamici, come altri europei e nord-africani minorenni, entrati in Siria per combattere la loro jihad».

La black list dell'Onu la Fsa e il regime

Nell'ultima black list delle Forze e gruppi armati che reclutano e usano minorenni, relativa al 2012 e presentata nel giugno 2013, le Nazioni Unite hanno aggiunto la Fsa dei ribelli tra le 55 formazioni che «commettono violazioni contro i bambini». Le forze del governo siriano, invece, figurano nell'elenco per aver «ucciso e mutilato, attaccato scuole e ospedali, rapito e sessualmente abusato di minori».
BOMBE CONTRO LE SCUOLE. I massacri delle shabiha e dell'esercito includono rastrellamenti accertati come quello, nel maggio del 2012, tra i contadini delle campagne di Homs, con oltre 100 civili uccisi tra i quali 41 bambini. Efferatezze e stragi di questo tipo sono addebitabili «per la maggioranza dei casi alle forze regolari di Assad».
Nei suoi report, l'Onu segnala che - in misura ridotta - «gruppi armati d'opposizione hanno anche acquistato e usato armi pesanti contro la popolazione civile», uccidendo ragazzi e bambini con «atti terroristici come autobombe fatte esplodere vicino a scuole e luoghi pubblici».
OLTRE 8 MILA BAMBINI MORTI. Dal marzo 2011, poi, gli attivisti del Violations Documentation Center in Syria che aggiornano il numero delle vittime hanno contato 8.046 martiri sotto i 15 anni (5.533 maschi e 2.513 femmine), per un totale di 73.244 morti.
Le crudeltà verso i minori presi deliberatamente di mira o sfruttati in guerra «produrranno una generazione di bambini che ha perduto la loro infanzia», ha commentato Zerrougui, «analfabeti e pieni d'odio»....
(Lettera 43)

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