Siria: jihadisti sempre piu' forti nel nord La mappa sullo sfondo delle sparizioni di Quirico e Dall'Oglio...
(di Alberto Zanconato)
(ANSA) - BEIRUT, 6 AGO - Difficile dire quale sia il gruppo jihadista che, come ha confermato oggi il ministro degli Esteri Emma Bonino, ha sequestrato in Siria il padre gesuita Paolo Dall'Oglio. Ma e' sicuro che gli ultimi mesi abbiano visto un rafforzamento nel nord del Paese del ruolo militare di varie sigle legate ad Al Qaida, confermato dalla conquista oggi della base aerea di Mennegh, a nord di Aleppo, da parte di gruppi jihadisti.
I fondamentalisti sembrano invece indeboliti in un'altra regione dove continuano a infuriare i combattimenti, nella regione di Homs, dopo la conquista da parte delle forze lealiste e delle milizie sciite libanesi di Hezbollah della cittadina di Qusayr, a dieci chilometri dal confine con il Libano, che aveva svolto un ruolo strategico per il passaggio di armi e miliziani anti-regime provenienti dal Paese confinante. Proprio da Qusayr, il 6 giugno, era partita una breve telefonata alla moglie dell'inviato della Stampa Domenico Quirico, che era scomparso il 9 aprile dopo essere entrato in questa regione proveniente anch'egli dal Libano. A proposito della sorte del giornalista, la Bonino si e' detta oggi "speranzosa" di riuscire a farlo tornare a casa sano e salvo, anche "anche se e' molto difficile perche' i gruppi che combattono sono molto diversi''. Anche le nazionalita' dei jihadisti confluiti in Siria per combattere quella che considerano una 'guerra santa' dei sunniti contro il presidente alawita Bashar al Assad, sono le piu' diverse. Ceceni, secondo fonti della chiesa ortodossa di Aleppo, sarebbero i rapitori di due vescovi di questa confessione sequestrati il 22 aprile scorso vicino ad Aleppo: Il siriaco Yohanna Ibrahim e Il greco-ortodosso Boulos Yazij.
Ma il ruolo piu' importante tra i fondamentalisti e' quello dei miliziani iracheni, affluiti in gran quantita' dalle loro basi nel vicino Paese attraverso la porosa frontiera.
Nell'aprile scorso Abu Bakr al Baghdadi, il capo dello Stato islamico dell'Iraq, affiliato ad Al Qaida, ha dichiarato che anche Al Nusra, il pincipale gruppo jihadista siriano, era entrato a far parte della sua rete, che era stata ribattezzata Stato islamico dell'Iraq e del Levante. Anche se il leader di Al Qaida, Ayman al-Zawahri, non ha riconosciuto la fusione tra i due gruppi.
Sui collegamenti tra qaedisti siriani e iracheni non ha invece dubbi il premier iracheno, lo sciita Nuri al Maliki, il cui Paese e' regolarmente vittima di sanguinosi attentati degli estremisti sunniti e il quale ogi ha avvertito che "i gruppi terroristi sono una minaccia all'unita' territoriale della Siria". Proprio con Al Baghdadi aveva appuntamento Padre Dall'Oglio il 28 luglio, quando e' partito dalla citta' di Raqqa per andarlo a incontrare in un luogo sconosciuto, secondo quanto riferito all'ANSA da attivisti che lo avevano fatto entrare in Siria dal confine turco. Con lui, secondo le stesse fonti, il gesuita voleva mediare il rilascio di alcuni ostaggi e una tregua tra i gruppi jihadisti e i miliziani curdi, che da settimane si combattono nel nord-est della Siria.
Anche oggi combattenti jihadisti hanno attaccato, anche con carri armati e armi pesanti, una postazione curda nella provincia di Al Hasakah, venendo respinti con diverse perdite, secondo l'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria. Scontri fra le due parti, aggiunge la fonte, sono avvenuti anche nei dintorni di Aleppo, nel villaggio di al-Qenaya.
(ANSA) - BEIRUT, 6 AGO - Difficile dire quale sia il gruppo jihadista che, come ha confermato oggi il ministro degli Esteri Emma Bonino, ha sequestrato in Siria il padre gesuita Paolo Dall'Oglio. Ma e' sicuro che gli ultimi mesi abbiano visto un rafforzamento nel nord del Paese del ruolo militare di varie sigle legate ad Al Qaida, confermato dalla conquista oggi della base aerea di Mennegh, a nord di Aleppo, da parte di gruppi jihadisti.
I fondamentalisti sembrano invece indeboliti in un'altra regione dove continuano a infuriare i combattimenti, nella regione di Homs, dopo la conquista da parte delle forze lealiste e delle milizie sciite libanesi di Hezbollah della cittadina di Qusayr, a dieci chilometri dal confine con il Libano, che aveva svolto un ruolo strategico per il passaggio di armi e miliziani anti-regime provenienti dal Paese confinante. Proprio da Qusayr, il 6 giugno, era partita una breve telefonata alla moglie dell'inviato della Stampa Domenico Quirico, che era scomparso il 9 aprile dopo essere entrato in questa regione proveniente anch'egli dal Libano. A proposito della sorte del giornalista, la Bonino si e' detta oggi "speranzosa" di riuscire a farlo tornare a casa sano e salvo, anche "anche se e' molto difficile perche' i gruppi che combattono sono molto diversi''. Anche le nazionalita' dei jihadisti confluiti in Siria per combattere quella che considerano una 'guerra santa' dei sunniti contro il presidente alawita Bashar al Assad, sono le piu' diverse. Ceceni, secondo fonti della chiesa ortodossa di Aleppo, sarebbero i rapitori di due vescovi di questa confessione sequestrati il 22 aprile scorso vicino ad Aleppo: Il siriaco Yohanna Ibrahim e Il greco-ortodosso Boulos Yazij.
Ma il ruolo piu' importante tra i fondamentalisti e' quello dei miliziani iracheni, affluiti in gran quantita' dalle loro basi nel vicino Paese attraverso la porosa frontiera.
Nell'aprile scorso Abu Bakr al Baghdadi, il capo dello Stato islamico dell'Iraq, affiliato ad Al Qaida, ha dichiarato che anche Al Nusra, il pincipale gruppo jihadista siriano, era entrato a far parte della sua rete, che era stata ribattezzata Stato islamico dell'Iraq e del Levante. Anche se il leader di Al Qaida, Ayman al-Zawahri, non ha riconosciuto la fusione tra i due gruppi.
Sui collegamenti tra qaedisti siriani e iracheni non ha invece dubbi il premier iracheno, lo sciita Nuri al Maliki, il cui Paese e' regolarmente vittima di sanguinosi attentati degli estremisti sunniti e il quale ogi ha avvertito che "i gruppi terroristi sono una minaccia all'unita' territoriale della Siria". Proprio con Al Baghdadi aveva appuntamento Padre Dall'Oglio il 28 luglio, quando e' partito dalla citta' di Raqqa per andarlo a incontrare in un luogo sconosciuto, secondo quanto riferito all'ANSA da attivisti che lo avevano fatto entrare in Siria dal confine turco. Con lui, secondo le stesse fonti, il gesuita voleva mediare il rilascio di alcuni ostaggi e una tregua tra i gruppi jihadisti e i miliziani curdi, che da settimane si combattono nel nord-est della Siria.
Anche oggi combattenti jihadisti hanno attaccato, anche con carri armati e armi pesanti, una postazione curda nella provincia di Al Hasakah, venendo respinti con diverse perdite, secondo l'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria. Scontri fra le due parti, aggiunge la fonte, sono avvenuti anche nei dintorni di Aleppo, nel villaggio di al-Qenaya.
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