Siria, il parlamento inglese vota no all’intervento militare...
I membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu si sono incontrati per la seconda volta in due giorni per discutere della crisi siriana. Gli inviati di Usa, Regno Unito, Francia, Russia e Cina sono entrati in riunione al Palazzo di vetro di New York, dopo che mercoledì le discussioni sono state tese e si sono concluse con la divisione sulla proposta di risoluzione del Regno Unito, con cui autorizzare l'uso della forza contro Damasco in risposta all'attacco con armi chimiche del 21 agosto. La Russia resta fermamente contraria a ogni azione, affermando che non ci siano prove delle responsabilità del regime nell'attacco, come sostengono invece Usa e alleati. Un diplomatico occidentale, a condizione di anonimato, aveva fatto sapere che l'incontro di oggi è stato chiesto da Mosca. La missione russa all'Onu ha rifiutato di commentare in proposito.
Obama invece ribadisce che sarà intervento limitato. «Non abbiamo preso ancora alcuna decisione, ma quando e se la prenderemo, l'intervento in Siria sarà limitato, non vogliamo un lungo conflitto. Il regime di Assad riceverà un durissimo colpo». Obama parla all'emittente Pbs ed è durissimo. Il presidente Usa ha voluto però rassicurare gli americani: «Il nostro territorio non può essere raggiunto da eventuali attacchi siriani con gas mortali, dobbiamo però evitare in ogni modo che armi chimiche possano essere usate contro di noi». E ha anche aggiunto che l'eventuale azione militare contro il regime siriano ha come obiettivo quello di impedire ulteriori attacchi contro la popolazione inerme da parte dei militari di Assad. «Non sarà un nuovo Iraq e non ci sarà un lungo conflitto», ha spiegato Obama, «qualora decidessimo di entrare in azione. In Siria possiamo utilizzare un approccio che non ci faccia ripiombare in una lunga guerra, o una ripetizione dell'intervento in Iraq. Gli Stati Uniti non hanno alcun interesse a partecipare alla guerra civile siriana».
Il Parlamento britannico ieri sera si è schierato contro il governo del premier David Cameron, bocciando al voto la mozione favorevole a un possibile intervento militare in Siria. La mozione del governo del premier David Cameron e' stata bocciata con 285 voti contro 272. «Agiro in accordo con il Parlamento» ha commentato subito dopo il voto Cameron.
Da parte sua l'Onu sta ritirando i suoi ambasciatori. Sabato dovrebbero tornare tutti e da quel momento ci potrebbe essere campo libero per un attacco armato. Il portavoce del'Onu Farhan Haq ha comunicato che il segretario generale dell'Onu Ban Ki moon si aspetta di ricevere un briefing dagli ispettori non appena avranno lasciato la Siria. Per un rapporto completo, i campioni raccolti nelle ispezioni sulle armi chimiche dovranno essere analizzati da vari laboratori in Europa, ma probabilmente i risultati arriveranno già sabato
La Siria nel frattempo si prepara «Ci difenderemo contro qualsiasi aggressione», ha avvertito il presidente Bashar Assad che ha aggiunto, «Vinceremo e ne usciremo più forti». La situazione rischia di capitolare anche per i paesi confinanti: «Un'azione militare internazionale contro la Siria costituirebbe una grave minaccia» per la sicurezza e la stabilità della regione e soprattutto del Libano», ha detto il ministro degli Esteri libanese, Adnan Mansour, in un'intervista....
(Il Tempo.it)
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