Siria: la guerra aggrava l'emergenza umanitaria. Mons. Audo: siamo tutti poveri...
Cresce il rischio di un allargamento del conflitto siriano. Nella notte è stato assassinato in Libano meridionale un noto analista politico filo-regime, mentre al confine con la Turchia due adolescenti sono rimasti uccisi da pallottole vaganti sparate dal territorio siriano. Nel nord della Siria, gli scontri tra curdi e islamisti hanno provocato invece una trentina di vittime. Intanto peggiora la situazione sul fronte umanitario. Sulla situazione nel Paese, Salvatore Sabatino ha intervistato Mons. Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo e presidente di Caritas Siria:
R. – In tutta la Siria vedo innanzitutto un problema di sicurezza. Ogni momento, nelle città, c’è il rischio di violenza, di bombe. E’ una cosa molto chiara. Il secondo problema è di carattere economico. Tutto è diventato caro e la gente non trova lavoro. Possiamo dire che tutti i siriani sono diventati poveri.
D. – Da circa un mese lei è a Damasco e non riesce a raggiungere Aleppo. Che notizie ci può dare di quella che era la città più fiorente della Siria, almeno fino all’inizio della guerra?
R. – Ad Aleppo, soprattutto da due settimane, non c’è abbastanza cibo per la popolazione. Non c’è pane, frutta, carne. Tutti parlano di questa difficoltà per il cibo. C'è poi il problema, come dappertutto, della sicurezza. Ogni giorno, nel pomeriggio, ci sono bombe che arrivano da fuori della città e cadono nel quartiere che io conosco dei cristiani. Ci sono tanti feriti, tanti morti.
D. – Lei in questo momento è a Damasco, anche la capitale vive un momento drammatico…
R. – La situazione a Damasco è migliore che ad Aleppo. Ma ovunque tutto è caro, a cominciare dal cibo.
D. - Da Damasco, mons. Audo, lei sta coordinando i progetti della Caritas, su cosa state lavorando in questo momento?
R. – Sì. Abbiamo fissato per Caritas Siria cinque priorità. La prima è il cibo, perché tutte le famiglie vogliono prima di tutto mangiare e avere qualcosa. La seconda riguarda la salute: le cure, le medicine. La terza, molto importante, è aiutare la gente a pagare l’affitto. C’è una grande domanda, in tanti sono senza casa. La quarta riguarda l’aiuto che possiamo dare agli anziani e il nostro programma è di andare a visitarli nelle loro case, vedere la loro situazione e offrire un sostegno mensile. La quinta priorità riguarda la scolarità.
D. – Tra la gente c’è solo disperazione o resta, comunque, una speranza che tutto questo prima o poi finirà?
R . – Tutti sperano in un cambiamento e hanno fiducia che un giorno la Siria ritornerà come prima. Ma c’è anche gente pessimista perché da due anni e mezzo vede che si va di male in male e non c’è nessun miglioramento.
D. – Vuole lanciare un appello per quanto riguarda gli aiuti? Cosa serve alla popolazione?
R. – Le grandi priorità sono cibo, medicine e l’affitto. Queste sono le tre priorità urgenti per la gente.
Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/07/18/siria:_la_guerra_aggrava_lemergenza_umanitaria._mons._audo:_siamo/it1-711457
del sito Radio Vaticana
R. – In tutta la Siria vedo innanzitutto un problema di sicurezza. Ogni momento, nelle città, c’è il rischio di violenza, di bombe. E’ una cosa molto chiara. Il secondo problema è di carattere economico. Tutto è diventato caro e la gente non trova lavoro. Possiamo dire che tutti i siriani sono diventati poveri.
D. – Da circa un mese lei è a Damasco e non riesce a raggiungere Aleppo. Che notizie ci può dare di quella che era la città più fiorente della Siria, almeno fino all’inizio della guerra?
R. – Ad Aleppo, soprattutto da due settimane, non c’è abbastanza cibo per la popolazione. Non c’è pane, frutta, carne. Tutti parlano di questa difficoltà per il cibo. C'è poi il problema, come dappertutto, della sicurezza. Ogni giorno, nel pomeriggio, ci sono bombe che arrivano da fuori della città e cadono nel quartiere che io conosco dei cristiani. Ci sono tanti feriti, tanti morti.
D. – Lei in questo momento è a Damasco, anche la capitale vive un momento drammatico…
R. – La situazione a Damasco è migliore che ad Aleppo. Ma ovunque tutto è caro, a cominciare dal cibo.
D. - Da Damasco, mons. Audo, lei sta coordinando i progetti della Caritas, su cosa state lavorando in questo momento?
R. – Sì. Abbiamo fissato per Caritas Siria cinque priorità. La prima è il cibo, perché tutte le famiglie vogliono prima di tutto mangiare e avere qualcosa. La seconda riguarda la salute: le cure, le medicine. La terza, molto importante, è aiutare la gente a pagare l’affitto. C’è una grande domanda, in tanti sono senza casa. La quarta riguarda l’aiuto che possiamo dare agli anziani e il nostro programma è di andare a visitarli nelle loro case, vedere la loro situazione e offrire un sostegno mensile. La quinta priorità riguarda la scolarità.
D. – Tra la gente c’è solo disperazione o resta, comunque, una speranza che tutto questo prima o poi finirà?
R . – Tutti sperano in un cambiamento e hanno fiducia che un giorno la Siria ritornerà come prima. Ma c’è anche gente pessimista perché da due anni e mezzo vede che si va di male in male e non c’è nessun miglioramento.
D. – Vuole lanciare un appello per quanto riguarda gli aiuti? Cosa serve alla popolazione?
R. – Le grandi priorità sono cibo, medicine e l’affitto. Queste sono le tre priorità urgenti per la gente.
Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/07/18/siria:_la_guerra_aggrava_lemergenza_umanitaria._mons._audo:_siamo/it1-711457
del sito Radio Vaticana
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