Non si mischiano il sangue e la musica...

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Cerco un video sulla Siria che ho visto alcune settimane fa. Immagini girate a Homs , che documentano la sofferenza dei bambini, costretti a rovistare nella spazzatura per cercare qualcosa da vendere e potersi comprare da mangiare. Vado sulla cronologia di YouTube e comincio a guardare, uno dopo l’altro, i video guardati ultimamente, i cui titoli potrebbero corrispondere all’oggetto della mia ricerca.
Mi faccio prendere la mano e vado sempre più indietro. Al mio sguardo si alternano video di piccoli angeli strappati alla vita, di bombardamenti, di gente in fuga, di persone torturate, uccise, di manifestazioni, di funerali… a video decisamente d’altro tipo: brani di musica, dal genere classico a quello leggero. 
E’ un’alternarsi insolito, inedito, incomprensibile, che ancora una volta mi conferma quanto la mia vita e quella degli altri siriani che conosco, sia cambiata in questi ultimi 27 mesi. E’ impossibile mischiare la musica al sangue, ma è ancor più impossibile rinunciare ad essere umani, ad avere una coscienza, ad avere un cuore… Gli orrori, le ingiustizie, le stragi, il genocidio taciuto non hanno inaridito il nostro animo, ma la sofferenza, il sangue, il dolore, il senso di impotenza ormai si sono insidiati nel nostro quotidiano.
Non c’è giorno, non c’è istante, non c’è conversazione, non c’è progetto in cui la Siria esanime non sia protagonista. E’ come un’amica, una madre, una figlia, un’amata caduta in disgrazia: impossibile non pensarle, impossibile non essere in pena....

Commenti

Carla ha detto…
Hai messo in parole, quello che ho pensato proprio in questi giorni guardando e postando le tue foto e cercando comunque di far andare avanti la mia vita, immersa dai problemi quotidiani, dai rapporti a volte complicati a volte no, con le persone vicine e lontane...
Come si fa a vivere così, in perenne contraddizione?
Come si fa?
Bisogna farlo per riuscire a sopravvivere?

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