Gli Usa: "In Siria armi chimiche". Londra condivide, Mosca rimane scettica...

La Gran Bretagna d'accordo con la valutazione degli Stati Uniti sul fatto che il regime di Bashar al Assad ha usato gas Sarin nel conflitto. Il Cremlino:  "Le prove fornite dagli americani non ci sembrano convincenti". Damasco: "Dalla Casa Bianca una carovana di bugie"...

ROMA -La Gran Bretagna condivide la "franca valutazione" degli Stati Uniti secondo cui il regime siriano di Bashar al Assad ha usato armi chimiche nel conflitto. Il premier David Cameron, in un'intervista al Guardian alla vigilia del vertice G8 in Irlanda del Nord, si è posto una domanda cruciale: "Come reagire al fatto che nel nostro mondo, al giorno d'oggi, ci sia un leader dittatoriale e brutale che sta usando le armi chimiche sotto i nostri occhi contro il suo popolo?". Il primo ministro britannico non ha escluso la possibilità di imporre una no fly zone in Siria, così come proposto dalle autorità militari americane. Ma contrariamente a quanto annunciato da Washington, per il momento Londra non fornirà armi ai ribelli. 

Lo scetticismo di Mosca. Ma da Mosca arrivano pareri di segno opposto. Secondo il Cremlino, infatti, le prove fornite da Washington sul presunto uso di armi chimiche da parte del leader siriano sono "poco convicenti". E il consigliere diplomatico del presidente Vladimir Putin, Iuri Uchakov, ha aggiunto che "la decisione degli Stati Uniti di aumentare l'aiuto ai ribelli siriani complicherà gli sforzi di pace". La questione sarà al centro dell'incontro bilaterale tra Barack Obama e Putin a margine del G8 di lunedì prossimo.

Damasco: "Dagli Usa solo bugie".  Il governo siriano commenta duramente il rapporto della Casa Bianca sull'uso di armi chimiche, bollandolo come "pieno di menzogne". Il ministero degli Esteri di Damasco ha detto che le affermazioni americane sul gas sarin sono "una carovana di bugie" e ha aggiunto che la decisione americana di fornire armi ai ribelli è la prova del 'palese doppio standard' usato da Washington.

La Nato: indagare a fondo.
 Sulla presa di posizione di Washington interviene anche la Nato. Per il segretario generale, Anders Fogh Rasmussen, il governo siriano deve garantire l'accesso alle Nazioni Unite affinché possano indagare sull'uso di armi non convenzionali nel conflitto. 

Aiuti ai ribelli. Intanto, la Casa Bianca ha annunciato che gli Usa assicureranno maggiore assistenza all’opposizione siriana, dal punto di vista sia politico sia militare. "Siamo disposti a molte possibilità. Prenderemo decisioni su ulteriori azioni" ha detto Ben Rhodes, vice consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Obama. Negli ultimi due anni nella guerra civile siriana sono morte 93 mila persone e dal luglio scorso le vittime sono state una media di cinquemila al mese...
(La Repubblica.it)

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