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Google e Twitter scendono in campo contro il blackout del web e delle telecomunicazioni disposto dal regime siriano. I due social network hanno rilanciato il servizio 'Speak2Tweet' per salvare i siriani dall'isolamento. Il servizio era stato lanciato durante la rivoluzione egiziana del 25 gennaio dello scorso anno contro l'ormai ex rais Hosni Mubarak. Contro il blackout e contro Bashar al Assad si schiera nuovamente anche il collettivo hacker Anonymous, rilanciando l'operazione #OpSyria.
Anonymous. «Attacchiamo Assad per lo stop al web, non a favore dell'Esl», precisa un comunicato del gruppo hacker, che ha messo in rete centinaia di mail confidenziali del ministero degli Esteri siriano. In passato, come ad esempio per il blackout in Egitto, il gruppo ha facilitato in vari modi l'aggiramento della censura.
Il blackout web. «Negli ultimi giorni in Siria è stato completamente bloccato l'accesso a Internet - ha ricordato la responsabile delle comunicazioni di Google Christine Chen in un'intervista ad al-Arabiya - E purtroppo sentiamo notizie secondo cui i cellulari e i telefoni fissi non funzionano bene». Con 'Speak2Tweet', ha spiegato Chen, si possono registrare messaggi vocali tramite Google che poi vengono inseriti su 'Tweet2Speak', dove possono essere ascoltati. Per accedere al servizio non è necessario avere a disposizione un collegamento Internet. In un messaggio registrato da Hama, nella Siria centrale, un uomo si rivolge direttamente al regime del presidente Bashar al-Assad: «Non importa con quanta forza tenterete di attuare la repressione, non ci metterete a tacere, sopravviveremo». Nel primo giorno di avvio del servizio sono stati registrati più di 30 di messaggi vocali, anche da persone fuori dalla Siria.
Fonte: Il Messaggero
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